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Afghanistan, giornalisti torturati dai talebani per aver ripreso una manifestazione

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In Afghanistan due giornalisti sono stati brutalmente torturati dai talebani per aver fatto il loro lavoro e documentato la Marcia della Donne.

Due giornalisti sono stati torturati in Afghanistan dai talebani per aver documentato una la Marcia delle Donne di Kabul e dunque per aver semplicemente svolto il loro lavoro. I reporter, Zaki Daryabi, 22 anni, e Nematullah Naqdi, di 28, sono stati fermati dai talebani e brutalamente picchiati da un gruppo di 15 persone. Le foto dei due ragazzi, con evidenti lividi e lacerazioni, hanno iniziato a circolare sul web nel corso delle scorse ore riaccendendo lo sdegno per quanto stia avvenendo in Afghanistan.

Afghanistan, giornalisti torturati dai talebani

I giornalisti hanno dichiarato di essere stati sequestrati dai talebani e di essere stati trasportati in una stazione di polizia dove è inizata la tortura con fruste, calci e pugni che sarebbe durata ben quattro ore. Solo dopo aver ricevuto diversi colpi ed offese, i reporter sono potuti tornare al loro giornale per poi recarsi in ospedali per le medicazioni. Daryabi ha riportato lividi e una larga lacerazione sotto il mento, mentre Naqdi ha una ferita profonda sulla guancia destra.

Giornalisti torturati dai talebani in Afghanistan

A raccontare maggiori dettagli sull’accaduto sono stati gli stessi cronisti nel loro giornale. “È avvenuto ieri mattina – ha detto Zaki Daryabi – dai social avevamo saputo che ci sarebbe stata una nuova manifestazione di donne nel Distretto numero tre della capitale. Siamo arrivati presto, abbiamo incontrato una trentina di loro che stavano preparando cartelli e volantini”. Poi l’inizio della manifestazione e i primi problemi: “Quando hanno iniziato a sfilare sono arrivati i talebani armati. Mi hanno catturato una prima volta. Sono riuscito a divincolarmi. Le donne si sono messe attorno per proteggermi. E questo perché i talebani picchiano e persino minacciano di uccidere gli uomini che li contestano. Con le donne sono relativamente più leggeri. Poi però mi hanno preso una seconda volta e non c’è stato scampo”.

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Afghanistan, le foto dei giornalisti torturati dai talebani

Una volta catturato per Zaki Daryabi e il collegga è iniziata la tortura: “Sono svenuto una prima volta. Mi hanno buttato in faccia un secchio d’acqua e hanno ripreso. Ho perso di nuovo i sensi. Uno di loro mi aveva legato mani e piedi, premeva la suola di una scarpa sul collo mentre gli altri bastonavano. Poi ho visto che picchiavano anche Nematullah”. Una condizone, quella dei giornalisti, fortemente difficile: “Per noi – ha detto Zaki Daryabi – è l’eclissi dell’era della libertà di stampa in cui siamo cresciuti negli ultimi vent’anni. Siamo tutti minacciati, non ci resta che denunciare pubblicamente gli abusi nella speranza che la comunità internazionale possa aiutarci”.