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AgCom, sanzioni in arrivo per gli operatori di telefonia

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AgCom: pronti a sanzionare gli operatori di telefonia, fattura deve essere mensile.

Settembre, comincia il nuovo anno e, con questo, anche i previsti rincari che ogni anno attanagliano le famiglie italiane. Adesso potrebbe toccare alle tariffe dei telefoni mobili, pessime notizie infatti giungono su tale fronte. Forse, però, potrebbe esserci una soluzione.

Dopo la scelta di Sky di rendere le bollette mensili, infatti, il Garante avvia i procedimenti sanzionatori nei confronti di Tim, Vodafone, Wind Tre e Fastweb. Le compagnie non hanno obbedito al suo ordine di marzo nei settori del fisso e delle offerte convergenti. E, anche se in ritardo, il messaggio anche a Sky: “Evitare un effetto trascinamento in altri settori.”.

I quattro operatori telefonici, dunque, non hanno rispettato la delibera dell’Autorità, come si era detto lo scorso marzo. Il Garante ordinava loro di tornare a una cadenza mensile per le fatture della telefonia fissa, delle offerte convergenti – fisso più Internet più mobile – e per il rinnovo delle offerte commerciali.


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La nuova scelta degli operatori

Gli operatori hanno adottato una fatturazione a 4 oppure ad 8 settimane (invece che mensile) in tempi diversi, da maggio 2016 ad aprile 2017. La manovra punta a fare pagare (quasi) un mese in più ai loro clienti.

Gli obiettivi dell’Autorità sono:
1) garantire massima trasparenza e confrontabilità dei prezzi;
2) e permettere al consumatore il controllo dei consumi e della spesa.

L’Autorità invia un segnale, sia pure cifrato, anche a Sky, che dal prossimo 1 ottobre passerà a una fatturazione a 28 giorni, accantonando quella mensile. In sostanza, l’Autorità vuole evitare un effetto di “trascinamento” e un contagio anche al mercato della pay-tv.

Gli operatori della telefonia, tutti insieme, hanno presentato un ricorso al Tar contro l’ordine che l’Autorità ha inviato loro con la delibera di marzo. Il ricorso è stato depositato con l’assistenza di Asstel (l’associazione di categoria che opera in Confindustria).

Nel ricorso al Tar, gli operatori espongono le loro ragioni. A loro giudizio:
1) l’obbligo di trasparenza verso i loro clienti è onorato;
2) i clienti sono informati, cioè, di quanto pagano ogni 4 o 8 settimane e di quanto pagherebbero se questi aumenti fossero spalmati sul mese con il vecchio sistema di fatturazione;
3) l’articolo 70 comma 4 del Codice delle Comunicazioni stabilisce come una società può cambiare i suoi prezzi;
4) questo articolo 70 del Codice sarebbe rispettato dal nuovo sistema di fatturazione a 4 oppure a 8 settimane;
5) la delibera dell’Autorità di marzo (con l’ordine di tornare alla vecchia fatturazione mensile) violerebbe la libertà d’impresa;
6) la delibera, in altre parole, trasformerebbe i prezzi (liberi per definizione) in tariffe regolamentate dall’alto, cioè dall’Autorità.