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Agenas, terapie intensive salgono in Toscana, Lazio e Liguria ma la media nazionale resta bassa

Agenas terapie intensive

Le terapie intensive occupate sono in aumento in alcune regioni: l'Agenas ha comunque rilevato una media nazionale bassa ferma al 2%.

L’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas) ha rilevato un cambio di tendenza nell’occupazione delle terapia intensive: rispetto alla decrecita diffusa delle precedenti settimane, in alcune regioni e province autonome sta aumentando il numero di posti occupati. La media nazionale resta comune ancora molto bassa (2%).

Agenas: le terapie intensive

La misurazione degli esperti si basa sui tempi di raddoppio, vale a dire in quanti giorni si raddoppierebbero i ricoveri in terapia intensiva sulla base dell’ultima media settimanale. Tanto più dunque il tempo di raddoppio è piccolo, tanto maggiore è la velocità di crescita del numero di pazienti ricoverati in terapia intensiva.

Per valori molto bassi di occupazione dei posti letto in terpia intensiva, piccole variazioni nel numero di pazienti possono portare a tempi di raddoppio molto bassi senza che comunque questi abbiano riflessi importanti sull’occupazione del repaerto. Il livello di allerta cresce al crescere della percentuale di occupazione dei posti e/o al diminuire dei valori del tempo di raddoppio.

Agenas, terapie intensive: verso i nuovi parametri

Il tasso di occupazione delle terapie intensive e dei reparti ordinari sarà uno dei nuovi parametri con cui si stabilirà il livello di rischio di una regione e dunque il suo colore. Si passerà dalla zona bianca a quella gialla quando verr superata una soglia di occupazione ancora in discussione: il Ministero della Salute vorrebbe fissarla al 5% per le terapie intensive e al 10% per reparti ordinari mentre le Regioni hanno chiesto di alzare le due percentuali rispettivamente a 20% e 30%.

Agenas, terapie intensive: aumentano in alcune regioni

Stando ai dati Agenas aggiornati al 20 luglio, le percentuale di saturazione dei posti letto in terapia intensiva e dell’area medica sul suolo nazionale sono ferme a quota 2%. Numeri ben al di sotto delle soglia di allerta fissate rispettivamente al 30% e al 40%.

Cifre in relazione alle terapia intensive sopra la media nazionale si registrano in alcune regioni come Sicilia (3%), Campania (5%), il Lazio (3%), la Toscana (3%) e Liguia (3%). Qualora il governo dovesse decidere di fissare a 5 la soglia da non superare per rimanere in zona bianca, vorrebbe dire che la Campania richierebbe la zona gialla. L’ipotesi prevalente è comunque quella di trovare un compromesso tra le proposte di esperti e governatori e di fissare le due soglie al 10% (rianimazioni) e al 15% (reparti ordinari).