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Agenti di Polizia strappano fil di ferro dalla bocca di un uomo: si era cucito le labbra per protesta

Polizia

Un video mostra almeno sei agenti della Polizia mentre strappano del fil di ferro dalla bocca di un uomo, che si era cucito le labbra per protesta.

Un uomo si è cucito le labbra con il fil di ferro per protesta. Un video ha mostrato sei agenti che lo tenevano fermo per terra. Ci sono stati altri episodi di violenza. 

Agenti di Polizia strappano fil di ferro dalla bocca di un uomo: si era cucito le labbra per protesta

Le immagini di un video girato al Centro di permanenza per rimpatri mostrano sei agenti della Polizia, e non solo, mentre tengono un uomo fermo a terra. Il video è stato pubblicato sulla pagina Instagram della rete Mai più Lager NO ai CPR ed è stato in parte pixellato, per evitare di trasmettere in modo evidente le scene di violenza. Si sente un uomo, con la bocca chiusa, urlare e lamentarsi con tutte le sue forze. L’uomo in questione è un cittadino tunisino rinchiuso nel Cpr di via Corelli a Milano, in attesa di essere rimpatriato. Insieme ad altri detenuti ha messo in atto una protesta cucendosi le labbra con il filo di ferro. 

Qualche giorno fa sarebbe arrivato il momento del rimpatrio dell’uomo con la bocca cucita, che non poteva essere imbarcato in quelle condizioni, così “si è pensato bene di procedere con un terrificante ‘fai da te’ anziché portare il ragazzo in infermeria e far svolgere il compito ad un dottore (se mai ce n’era in sede uno) per quindi farlo medicare prima del viaggio“. Secondo quanto riferito dal comitato “il ragazzo è stato rimpatriato, lasciando qui la moglie e il figlio di una decina d’anni, ora disperati quanto lui“. Mentre gli è stata praticata questa terribile operazione i suoi compagni hanno dovuto assistere impotenti dalle celle e hanno filmato l’accaduto. 

Non è il primo caso di violenza

Questo non è l’unico caso di tortura e violenza avvenuta nell’istituto di via Corelli. “Alcuni giorni fa una persona ha ingerito le pile del telecomando per non essere deportata, ed è stata ricoverata per i forti dolori, essendosi aperta nello stomaco una delle batterie. È stata dimessa e fatta rientrare in centro con ancora una nell’intestino“. Le violenze, secondo quanto riportato dal comitato, sarebbero all’ordine del giorno. “Le distorsioni e fratture di arti ogni settimana non si contano, i tagli da autolesionismo pure. Continuano le deportazioni notturne a sorpresa, con colluttazioni mai viste prima, con i piccioni che rovistano nei resti di cibo anche in sala mensa. Lo stato dei bagni è ignobile” hanno spiegato.