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Nuovo agguato a Napoli: ucciso 52enne

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Caivano. cintura partenopea. agguato di camorra, ucciso pregiudicato 52enne

La camorra non conosce riposo.

Dopo un periodo di relativa calma un nuovo agguato di camorra ci riporta alla reltà. Un pregiudicato 52enne è stato ucciso nella notte a Caivano, nella cintura partenopea.

Giuseppe Raimo, questo il nome della vittima, è stato soccorso da un vicino di casa. L’uomo dopo aver sentito dei colpi di pistola, ha trovato Raimo a terra, gravemente ferito. Il soccorritore ha trasportato la vittima all’ospedale di Frattamaggiore, dove poi è morto. Le forze dell’ordine indagano per accertare la dinamica dei fatti.

L’agguato di Caivano è solo l’ultimo in ordine di tempo. Nei gironi scorsi c’era stato un altro agguato a Scampia. Questa volta la vittima era un 21enne, figlio di un boss locale. A luglio di quest’anno era stato ferito un quindicenne. Ad agosto altre due persone e un passante innocente, furono ammazzati in pieno giorno.

Forse ci si era illusi che i lutti dovuti ad agguati della malavita organizzata fossero finiti. Ed invece, come una doccia fredda, torna prepotente la realtà. Quella realtà che ci risveglia con notizie di morti ammazzati per la conquista di un territorio. Per la conquista di un territorio dove lo stato manca.

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È la mancanza dello stato la responsabilità di queste morti.

La camorra e la malavita organizzata non trova terreno fertile laddove lo stato è presente. Se si analizzano i luoghi in cui si verificano queste uccisioni, si scopre un degrado devastante. Disoccupazione al massimo possibile, istituzioni assenti o non funzionanti, corruzione ai massimi livelli. È in presenza di queste manchevolezze che la malavita si sostituisce allo stato.

Solo a Napoli nel 2016, la guerra tra i clan ha visto oltre 40 morti. Delle guerre sanguinarie scatenate dal desiderio di controllare una zona di spaccio. Oppure per vendicare una occhiata o una parola male interpretata.

Napoli, cosi come tutte le città di arte, non hanno bisogno di questo tipo di pubblicità. Tocca allo stato garantire l’integrità della vita umana. Non è più ammissibile che ci siano zone interdette alla gente comune e ai turisti, solo perché la malavita spadroneggia. Non deve essere più consentito che turisti o della gente comune vengano coinvolti in regolamenti di conti della camorra.

La recrudescenza dei delitti di camorra deve preoccupare chi ci governa.

Senza nulla togliere alle urgenze che il governo ha messo in agenda, la sicurezza dei cittadini deve sempre essere primaria. E non si garantisce sicurezza depenalizzando reati gravi. La sicurezza dei cittadini viene garantita con il controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine. Cosa che attualmente non può avvenire, visto che esse sono sotto organico.

Errori madornali sono stati commessi nella gestione dell’organizzazione delle forze armate. Se si continua a distogliere dal territorio gli agenti delle forze dell’ ordine, la camorra è pronta a prendere il posto lasciato vuoto.