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Alberto Genovese, il racconto ai pm e le chat: "Io ho un range 16/20, in Italia tecnicamente è legale"

Alberto Genovese, il racconto ai pm

Il racconto ai pm con la sua versione prima del rinvio a giudizio e le chat di Alberto Genovese prima dell'arresto per violenza sessuale.

Alberto Genovese, arrestato l’anno scorso con l’accusa di violenza sessuale, ha fornito un dettagliato racconto ai pm milanesi negando di aver drogato e violentato brutalmente almeno due ragazze nelle feste a base di droga tenute nellesue residenze. Altri elementi sulla sua natura sono emersi da alcune chat nelle mani della magistratura.

Alberto Genovese, il racconto ai pm

Nel primo interrogatorio seguito all’arresto del 6 novembre l’imprenditore aveva pianto ed era rimasto in silenzio, ma dopo un anno senza droga e due mesi ai domiciliari in una clinica pubblica per tossicodipendenti, Genovese è tornato a parlare chiedendo egli stesso di essere sentito nuovamente dai magistrati che avevano già chiuso l’inchiesta e si preparavano, come poi è accaduto, a chiedere il suo rinvio a giudizio.

Genovese ha ammesso di prediligere ragazze molto giovani, magre e pronte a drogarsi. In una chat contestata dai pm risalente al 28 agosto 2020 aveva infatti così scritto: “Io sono un porco pedofiIo e ho un range 16/20 che in Italia è legale, tecnicamente, se non sei un suo parente o un prof“. Nel 2018, ha continuato, “ho fatto tre sedicenni“.

Alberto Genovese, il racconto ai pm e le chat

E ancora: “Le ragazze venivano apposta per drogarsi e io ero arrivato addirittura a pensare di non poter stare con una ragazza che non fosse drogata“. Quanto i magistrati gli chiedono cosa ricorda della notte dell’11 ottobre, in cui una ragazza di 18 anni ha raccontato di essere stata violentata e di essere riuscita a fuggire seminuda dopo ore, ha risposto di essere stato in balia della cocaina e di avere la mente annebbiata. Ma non manca di ricordare che la sera prima in camera da letto ci andarono “volontariamente e consensualmente per fare sesso e assumere sostanze“.

Quanto poi alla 23enne che avrebbe violentato ad Ibiza con la sua fidanzata Sarah Borruso (anche lei imputata), anche in questo caso Genovese ha detto che era “assolutamente e completamente consapevole di quello che stava facendo“.