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Alessandro Farina, scoperta la causa della morte?

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Alessandro Farina, il 13enne salernitano, morto il 25 dicembre scorso sarebbe morto a causa del diabete giovanile di tipo 1

Alessandro Farina, il 13enne salernitano, morto il 25 dicembre scorso sarebbe morto a causa del diabete giovanile di tipo 1. Secondo i medici periti, se al ragazzo fosse stata diagnosticata in tempo la sindrome, probabilmente non sarebbe morto.

Alessandro Farina, scoperta la causa delle morte?

Era il 23 dicembre scorso quando il piccolo Alessandro Farina veniva dimesso dal pronto soccorso dell’ospedale Ruggi di Salerno con una diagnosi che prevedeva che fosse reduce solo da una brutta allergia. Due giorni dopo il tredicenne salernitano moriva. I genitori del giovane hanno immediatamente esposto denuncia contro i medici, sostenendo che la loro fosse stata una grave mancanza di attenazione e quindi di professionalità rivolta al loro figlio. Un’incuria, che sencondo i genitori, lo avrebbe portato alla morte prematura.

Quasi quattro mesi dopo i risultati della perizia sembrano dar credito alla versione dei genitori. Una dichiarazione rilasciata a Radioalfa, specificherebbe le ‘scoperte’ fatte dai periti. Secondo questi, infatti, il piccolo era affetto inconsapevolmente di Diabete giovanile di tipo 1, una sindrome riscontrabile semplicemente controllonando il valore della glicemia o eseguendo un semplice esame delle urine.

Il giovane Alessandro Farina avrebbe potuto quindi evitare un DKA (chetosi diabetica), che gli ha causato un edema cerebrale e polmonare se solo i medici fosse intervenuti in maniera adeguata, eseguendo dei semplici esami di routine.

La dichiarazione dei Periti

Dopo la morte del giovane Alessandro Farina, i genitori hanno sporto immediatamente denuncia contro l’incuria dei medici. Quanto riportato dai periti ha confermato le loro tesi: “i medici curanti del piccolo e chi ha avuto contatto con Alessandro, hanno ignorato i sintomi del diabete. Un banale esame delle urine ed un esame ematologico per la valutazione della glicemia avrebbero certamente evitato la grave Dka e, molto probabilmente, la morte del paziente”. E continuando viene riportato che: “Alessandro era affetto da diabete giovanile tipo 1 già da alcune settimane precedenti al ricovero. I sintomi del diabete sono stati ignorati dai medici

Secondo la Perizia, anche il medico di famigli avrebbe le sue colpe, così come il medico del 118 che ha soccorso il ragazzino la notte del 25 dicembre. I periti, infatti, hanno dichiarato che il medico avrebbe dovuto consigliare alla madre di Alessandro di fare degli esami e deli accertamenti, soprattutto in seguito alla manifestazione di alcuni sintomi da parte del ragazzo e riportati dalla madre al medico. Inoltre, durante il soccorso del 118, il medico di turno gli avrebbe somministrato un bolo di insulina, procedura che ha messo inevitabilmente a rischio il paziente affetto da diabete.