Lo ha fatto sapere Alessia Piperno che era in carcere con lei: “La mia compagna di cella condannata a morte”. La blogger italiana incarcerata anch’essa in Iran e poi liberata dall’Aise lancia un appello contro violenze e sentenze. Ed Alessia lo ha fatto segnatamente dopo che in Iran, un’allenatrice di pallavolo e madre di tre figli, Fahimeh Karimi, è stata condannata a morte dalla magistratura iraniana.
“La mia compagna di cella condannata a morte”
La donna era finita nel mirino della polizia di Teheran per partecipazione alle proteste contro il regime. Il fermo era scattato a Pakdasht e poi a Kerimi era stata notificata l’accusa di essere fra le guide della protesta e di aver sferrato calci a un paramilitare Basiji. L’allenatrice, si viene a sapere, era compagna di cella proprio di Alessia Piperno nel carcere di Evin. Lei stessa o ha detto in uno scritto appassionato, commovente ed evocativo su Instagram: “Lo è stata per 34 giorni”.
“È andata in infermeria e non è più tornata”
“Un giorno è uscita per andare in infermeria e non è più tornata. Tra di noi non ci sono state grandi conversazioni, dal momento che io non parlavo farsi e lei non parlava inglese. Ma eravamo unite dallo stesso dolore e dalle stesse paure. Ho cercato il suo nome ogni giorno da quando sono tornata, per controllare se avessero liberato anche lei”. E ancora: “Invece mi sono trovata davanti a un articolo con il suo volto con scritto ‘condannata a morte’. Cosa serve per fermare tutto questo?”.