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Alitalia, Cda vota commissariamento: "Situazione grave"

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Alitalia e l'amministrazione controllata. La decisione è stata presa da poche ore. A questo punto almeno due commissari decideranno sul futuro dell'Azienda

Il Consiglio di Amministrazione di Alitalia ha avviato la richiesta di amministrazione straordinaria della compagnia. E’ questo il primo atto per il commissariamento della compgnia di bandiera più importante. Situazione che avviene quando una società dichiara lo stato di insolvenza. Toccherà adesso al Governo sbrogliare la matassa con la nomina dei commissari.

Questi ultimi dovrebbero essere Luigi Gubitosi e Guido Laghi. Possibile che questi vengano affiancati da una terza persona, probabilmente un tecnico. La società intanto ha emesso una nota nella quale spiega che: “i voli proseguiranno regolarmente senza alcuna variazione”.

Il Comitato di Amministrazione ha quindi spiegato in una nota che: “la situazione è grave economiamente parlando ma anche dal punto di vista finanziario e partimoniale e quindi è stato deciso di presentare all’unanimità istanza di procedura di ammissione alla proceduta di amministrazione straordinaria come disposto dalla legge”.

I commissari avranno quindi 180 giorni per presentare il piano di risanamento di Alitalia. Il Governo da par suo dovrà garantire la liquidità mentre i voli proseguiranno regolarmente. Da Bruxelles nel frattempo è giunto il via libera al prestito ponte. Servono almeno 500 milioni, cifra lievitata in poco tempo.

Nel pomeriggio questa stuazione dovrebbe esser concessa direttamente dal Ministero del Tesoro, un po’ come era già stato fatto per l’Ilva. Soldi stanziati con un decreto della presidenza del Consiglio. Prestito che però diventerà difficile da recuperare vista la situazione patrimoniale di Alitalia.

Parlavamo precedentemente delle procedure previste dalla legge Marzano convocando un’assemblea dei soci, che sono per il 51% di Cai e per il restante 49% di Ethiad, in data odierna che dovrà deliberare all’apertura dell’amministrazione straordinaria.

Cosa dice la suddetta legge? In questi casi prescrive che, in caso di perdita, la società espliciti la propria situazione patrimoniale soprattutto quando queste siano rilevanti e superiori al terzo del capitale. L’assemblea, a questo punto, dovrà certificare lo stato di salute della società Alitalia, lo stato patrimoniale e procedere alla riduzione e all’eventuale ricostituzione di capitale.

Una delle possibilità porta anche al rilancio della stessa società grazie ad un nuovo accordo con i sindacati oppure anche la vendita immediata dell’azienda a una cordata, dopo all’ammissione all’amministrazione controllata.

Situazione, questa, che avvenne anche dopo la crisi che si verificò nel 2008. Di certo è che i tagli saranno ingenti sia in un caso che nell’altro e che per i 12.500 lavoratori del gruppo Alitalia il futuro non è assolutamente tranquillo, tutt’altro.

Un’altra possibilità è il rispolvero del piano Fenice che già fu messo in pratica nel 2008 che in pratica equivarrebbe a trovare un socio industriale che entri nel capitale con una cordata di investitori che sarebbero le banche già socie come Intesa Sanpaolo e Unicredit, sotto la garanzia pubblica di Invitalia.

Intanto, come avevamo già accennato giorni fa, il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda aveva parlato a nome del Governo escludendo l’ipotesi nazionalizzazione. Nel caso la situazione non venisse risolta, per Alitalia, che sta perdendo ingente denaro quotidianamente (circa due milioni di euro), resterebbe il fallimento oppure una sorta di spezzatino ovvero la liquidazione degli asset.

Il pensiero di Matteo Renzi, che domenica scorsa aveva vinto le primario del Partito Democratico tornando segretario dello stesso, è già alquanato noto da vari giorni e si potrebbe riassumere in questo:

“Non vanno buttati via i soldi pubblici. C’è la possibilità di chiudere un accordo in maniera diversa. Vogliamo salvare Alitalia. Ricordo che la situazione di Meridiana, che avevamo seguito noi e che sembrava molto dura da portare a compimento, ha trovato una soluzione con Qatar che l’ha risolta e ora per la compagnia esiste una prospettiva. Per Alitalia invece il management ha commesso gravi errori. Credo però che, prendnedosi un po’ d tempo, si possa trovare una adeguata soluzione. Alitalia fa parte dei pochi dossier non vsti nei miei mille giorni in quanto la scelta di Ethiad era stata fatta dal Governo precedente e la crisi della nostra società di bandiera è esplosa nella seconda metà di dicembre, dopo l’ingresso di Gentiloni”.