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Alitalia, Lufthansa smentisce: nessuna intenzione di acquistarla

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Alitalia sempre nel caos. Dopo la vittoria del no al referendum, si cercano nuove strade per permettere ai lavoratori di proseguire all'interno dell'Azienda

E’ arrivata la smentita da Lufthansa in merito al caso Alitalia circa il suo possibile acquisto. E’ intervenuro in merito il direttore finanziario della compagnia battente bandiera tedesca Ulrik Svensson che ha affermato come “Lufthansa non abbia alcuna intenzione di acquistare Alitalia”. Il ministro Calenda ci aveva sperato in un intervento degli scorsi giorni ma a quanto pare tale situazione è, almeno pe ril momento, definitivamente decaduta.

La situazione di Alitalia, compagnia di bandiera italiana, ricordiamo, tiene sempre banco è quindi arricchita di un nuovo capitolo.

Questo dopo che ieri era intervenuto sull’argomento anche il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni che ha spiegato: “Non ci sono le condizioni per una nazionalizzazione della società. Su Alitalia occorre dire la verità, basta bugie. Il Governo però è impegnato a salvaguardare i lavoratori di questa azienda, gli utenti, i cittadini, insomma tutti coloro che ruotano attorno alla nostra compagnia di bandiera per non disperdere le risorse. Noi ci lavoreremo ma il voto conclusivo del referendum rende tutto più duro”.

Il premier ha proseguito parlando sempre di Alitalia in questi termini: “Ci sono giuste preoccupazioni sulla situazione che si sta vivendo. Occorrerebbe riuscire a stare sul mercato per provare a competere. Personalmente sono deluso a causa del fatto che l’opportunità tra l’azienda e i sindacati non sia stata praticamente colta”.

Il rischio è la messa in cassa integrazione di un numero maggiore di dipendenti se con il commissariamento di Alitalia si deciderà in tal senso rispetto ad un preaccordo bocciato dai lavoratori stessi (sono circa 1.000). Il problema infatti è dovuto dal fatto che il Fondo del trasporto aereo potrebbe non avere le risorse richieste per poter garantire gli ammortizzatori sociali sinora avuti dai lavoratori della stessa compagnia. A quel punto avrebbero solo gli ammortizzatori ordinari.

E’ questo in pratica quando detto dal Ministro del Lavoro Giuliano Poletti che ha pure proseguito sulla strada del “no” alla nazionalizzazione.

Su Alitalia si registra un nuovo intervento da parte del Ministro allo Sviluppo Economico Carlo Calenda che ha spiegato: “Il nuovo commissario ha il dovere di assicurare la continuità dell’azienda italiana e quindi riuscire a trovare un giusto acquirente per Alitalia che sappia ovviamente gestirla al meglio. Importante sarà riuscire ad ottenere un prestito ponte di circa 3-400 milioni di euro per poterla gestire nei prossimi sei mesi”.

Proseguendo il ministro ha detto pure che: “Il management operativo di Alitalia ha sbagliato parecchio, probabilmente ha usato una buona dose di arroganza. A questo punto la speranza è che si possa tornare ad un management pubblico che peraltro, a mio avviso, non ha fatto meglio nel corso degli anni”.

Stoccata anche al Movimento 5 Stelle da parte del Ministro Calenda che ammette: “I 5 stelle dicono che non va bene quello che sinora abbiamo fatto. Ma, come al solito, alla fine non dicono mai quello che loro vorrebbero fare per salvare Alitalia”.

Tra le domande poste allo stesso Ministro anche una riguardante i lavoratori di Alitalia non non sembrano fidarsi di nessuno. “Probabilmente i lavoratori pagano lo scotto di 20 anni nei quali le hanno viste un po’ tutte – prosegue – compreso un pezzo di sindacato che ha fatto passare l’idea che alla fine paghi pantalone”.

Intanto gli arabi di Ethiad avevano già avuti i debiti azzerati e erano stati fatti i licenziamenti richiesti prima di entrare in Alitalia. A quanto apre ciò però non è bastato. “Ci hanno messo anche un miliardo e mezzo prima di effettuare la ricapitalizzazione. Non è bastato perché la questione è stata mal gestita in un mercato perlatro aprecchio difficile. Gli errori commessi però appaiono molto evidenti”.

Ma quale soluzione può esser fruibile per Alitalia?Due i poli che stanno discutendo sulla questione della nostra compagnia di bandiera aerea. Da una parte chi vorrebbe la nazionalizzazione e dall’altra chi invece preferirebbe farla fallire. Quest’ultima soluzione però significherebbe migliaia di persone che hanno comprato i biglietti a terra a causa degli aerei fermi. Un lavoro che personalmente dal 20 dicembre sto cercando di svolgere è quello di tenere assieme i pezzi, da una parte i sindacati e dall’altra gli azionisti cercando di far fare piani industriali più realistici e la discontinuità del management. Davvero, ce l’ho messa tutta!”.

Sul Fondo, che sinora ha garantito l’80% dello stipendio ai lavoratori del trasporto aereo mentre con gli ammortizzatori ordinari è previsto un tetto massimo di 1.100 euro al mese per stipendi superiori a 2.102 euro, ammette: “Era sufficiente ma se il numero cresce a quel punto non basta e quindi ci saranno gli ammortizzatori ordinari”. Un portavoce della UE ha spiegato che: “La Commissione dell’Unione Europea è sempre in contatto con l’Italia. Siamo sempre pronti a discutere con gli stati membri i loro piani in linea con le regole della stessa Unione”.

Intanto il Ministro dei Trasporti Graziano Del Rio su Lufthansa ha commenatto: “Non abbiamo nessuna preclusione sulla compagnia di bandiera tedesca. la decisione però è in mano agli azionisti. Spetta a loro decidere. Comunque posso aggiungere che non ci sarà alcun salvataggio pubblico”.

Il CdA (Consifglio di Amministrazione) ha quindi deciso “di procedere alla ricapitalizzazione” e ha “deciso di avviare le procedure previste per legge convocando un’assemblea dei soci per il 27 aprile al fine di deliberare seulle stesse”.

Dopo la bocciatura dl precontratto da parte dei lavoratori dopo l’ultimo referendum (sono stati 6816 i no contro i 3206 si) che di fatto ha aperto la strada verso il commissariamento il consiglio di amministrazione tiene anche a precisare che “i voli e i programmi di Alitalia non subiranno modifiche”.

La seconda convocazione dell’assemblea dei soci dovrebbe tenersi il prossimo 2 maggio. Slittato invece l’incontro odierno al Ministero alla Sviluppo Economico per fare il punto dopo il referendum.

Ethiad che interviene a sua volta tramite il suo presidente e amministratore Hogan che ha espresso la propria delusione sull’esito del referendum. “A questo punto – ha proseguito – è plausibile che si vada verso un periodo di amministrazione straordinaria che si potrebbe concludere in 6 mesi o con la vendita parziale o totale degli asset di Alitalia o ancora cn la liquidazione dell’azienda. E’ presto però per dire se ci siano altre aziende interessate a rilevarla”.

Siuazione Alitalia dunque sempre molto intricata, si attendono risposte e soluzioni plausibili che servano quanto meno a salvaguardare i lavorati che operano all’interno di questa azienda.