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Allarme Pfas nelle acque regionali: richiesto stato d'emergenza

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Il Presidente della Regione Veneto, ha richiesto la deliberazione dello stato d'emergenza con poteri commissariali per l'allarme Pfas nelle acque regionali.

Luca Zaia, il Presidente della Regione Veneto, ha richiesto la deliberazione dello stato d’emergenza con poteri commissariali per l’allarme Pfas nelle acque regionali.

Allarme Pfas, la richiesta di Luca Zaia: la deliberazione dello stato di emergenza

Il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha richiesto la deliberazione dello stato di emergenza con poteri commissariali per quanto riguarda l’allarme Pfas, composti chimici utilizzati in ambito industriale per impermeabilizzare i prodotti, nelle acque regionali.

Nella lettera, che è stata inviata al Premier Gentiloni e ai Ministri della Salute e dell’Ambiente, lo stesso Zaia ha ribadito la richiesta di uno sblocco dei fondi statali necessari alla realizzazione di nuovi acquedotti.

I nuovi limiti introdotti da Zaia per quanto riguarda il composto chimico Pfas

Nel corso della giornata di ieri, il Presidente della Regione Veneto ha illustrato quelli che sono i nuovi limiti per il composto chimico Pfas, il perfluoro alchilico che desta allarme nelle quattro province di Vicenza, Verona, Padova e Rovigo.

In particolar modo, per tutto il territorio veneto non si dovranno superare i novanta nanogrammi per litro, intesi come somma di Pfoa e Pfos (composti familiari), considerando la quantità di trenta nanogrammi per litro come concentrazione massima di Pfos.

Per quanto riguarda invece le quattro province più colpite è stato fissato un limite-obbiettivo di performance per i Pfoa che non superi i quaranta nanogrammi per litro. Inoltre, è stata anche abbassata a trecento nanogrammi per litro la somma degli altri Pfas “a catena corta”.

Zaia ha sottolineato: “I limiti che fissiamo sono i più stringenti d’Europa e, nella cosiddetta zona rossa, abbassiamo ulteriormente la quota di Pfoa scendendo al di sotto del limite mondiale, registrato in New Jersey. È una risposta che vogliamo dare ai cittadini, visto che, parlando di una cosa serissima, non è il tempo delle polemiche, ma bisogna agire”.

E poi ha aggiunto: “Stiamo sondando un ambiente nuovo, per cui abbiamo fissato spannograficamente questi limiti”. Il Presidente del Veneto ha voluto ricordare che, seguendo uno studio del Cnr del 2013, “forme di inquinamento di questo tipo sono state rilevate in concentrazioni più alte nelle aree industriali del Bormida e nel Bacino del Lambro. Un’altra sorgente significativa è l’area della concia di Santa Croce sull’Arno e interessata è praticamente l’intera asta del Fiume Po, con la sorgente più importante nel sottobacino Adda-Serio”.

Infine Zaia ha concluso il suo intervento: “Se i limiti nazionali saranno più alti, noi manterremo i nostri”.