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Alleanza con Cina ed Arabia Saudita, ecco il piano segreto di Vladimir Putin

Vladimir Putin

A cosa sta mirando già da molti anni lo "zar" di Mosca: ad una alleanza con Cina ed Arabia Saudita, ecco il piano segreto di Vladimir Putin

Una vera alleanza di ampio respiro geopolitico con Cina ed Arabia Saudita, ecco il piano segreto di Vladimir Putin per assumere il controllo planetario delle nuove direttrici economiche. Lo scopo è il controllo delle energie tradizionali e soprattutto di quelle rinnovabili e i protocolli sono stati messi in atto con finissimi giochi diplomatici ed accordi già da molti anni prima del terribile exploit belligerante di questi giorni contro l’Ucraina e soprattutto contro la Nato a trazione Usa

Putin punta da tempo all’alleanza con Cina ed Arabia Saudita

Si tratta di una guerra molto più silenziosa, a volte meno cruenta (ma non sempre, a contare che il braccio armato di Putin in queste faccende è il gruppo Wagner) ed è la guerra per controllare petrolio e terre rare. Sul primo Putin intese da tempo rapporti con l’Arabia Saudita, che non a caso in questi giorni vede un principe Bin Salman molto restio addirittura a rispondere alle telefonate di Joe Biden. Sul fronte arabo Puntin mira a restare saldamente nel mercato del petrolio, rimanendo ancorato alle fonti di energia tradizionali. Ma il vero “capolavoro” sta nella partnership con Pechino, che nel corso degli anni ha acquisito, comprando il debito pubblico degli stati che ne hanno di più, il controllo del mercato delle terre rare

L’affare del secolo e il mercato delle terre rare

Cosa sono? Un gruppo ristrettissimo di elementi chimici, in primis il lantanio, senza i quali la transizione energetica e l’hi tech non potrebbero esistere. Basti pensare che senza il lantanio nessun touch screen potrebbe funzionare. Il grande risiko geopolitico si gioca perciò su metalli strategici e terre rare. Soltanto negli ultimi settant’anni lo sviluppo industriale e la globalizzazione hanno moltiplicato per otto l’impiego e il consumo dei metalli, dei semiconduttori (per i quali la Cina “rivuole” Taiwan) e delle terre rare.