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Alluvione Livorno, nonno eroe: muore per salvare i nipoti

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Terrificante alluvione a Livorno. Gravi i danni, che contano anche delle vittime, tra cui Roberto Ramacciotti, morto eroicamente per salvare i nipoti. Aveva 65 anni.

Alluvione a Livorno

Dopo il cocente caldo estivo, sono arrivati il maltempo e la pioggia. Purtroppo, a Livorno, questi sono stati letali, oltre che dannosi.

Durante la notte si sono scatenati intensi temporali, giunti dal mare e accompagnati da violente raffiche di vento. Registrati picchi di 250mm in poche ore con diffusi allagamenti in città, frane e smottamenti sulle colline retrostanti. Alla pioggia torrenziale si aggiungono raffiche di vento da uragano, fino a 170km/h. La situazione è più critica nei quartieri di Collinaia e Ardenza e Montenero, per l’esondazione di alcuni dei torrenti cittadini e il fango che ha invaso gli scantinati delle case. Si segnalano purtroppo ben 6 vittime e 2 dispersi.

Dichiarazioni del primo cittadino

Secondo il sindaco Filippo Nogarin la situazione è molto critica. “Ha piovuto tantissimo” dichiara il primo cittadino “ci sono grosse difficoltà, sono esondati alcuni corsi d’acqua”. Vengono segnalati smottamenti a Montenero. Dopo una riunione convocata dalla prefettura al centro coordinamento soccorso, Nogarin ha affermato che “la situazione sta lievemente migliorando. Le vie di comunicazione vengono piano piano ripristinate tutte anche se rimane chiusa la linea ferroviaria tirrenica. Abbiamo ancora 2.700 famiglie senza energia elettrica”.

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Un nonno eroe

Tra le vittime di questa calamità, abbiamo Roberto Ramacciotti, 65 anni. Erano tutti concordi quando si trattava di parlare della famiglia Ramacciotti: «Sono loro la rappresentazione della famiglia serena». Sempre insieme, nonno, nonna, babbo, mamma e i due bambini, nel lavoro e a casa, un appartamento in una bella palazzina di fine Ottocento a due passi dal mare, nessun problema economico, grande disponibilità verso gli altri. Il nonno eroe, Roberto Ramacciotti, che ormai in salvo si è gettato nel fango per strappare dalla morte figlio e nipotini, era titolare dell’agenzie di Empoli delle Assicurazioni Generali. Era anche un grande sportivo ed appassionato di sport. Ogni weekend usciva con la sua bicicletta da corsa verso le curve del Romito e di Castiglioncello. Non molti anni fa aveva dichiarato alla sua famiglia: «Tra due anni vado in pensione e mi dedico a moglie, figli e nipote».

Ad ereditare il timone dell’agenzia sarebbe stato Simone, 37 anni, che da anni lavorava con il padre. Laureato in economia e commercio aveva anche studiato a Boston, e condivideva con il padre l’amore per lo sport. Più ce il ciclismo, a Simone piaceva la corsa, una delle passioni dei livornesi. «Nel weekend non si dimenticava mai di correre lungo il mare con gli amici», racconta Mario, un vicino di casa. Il fratello di Simone, Giorgio, è un medico molto conosciuto a Livorno ma anche all’Isola d’Elba dove lavorava all’ospedale. Glenda Garzelli, 34 anni, la mamma era una commercialista. Lavorava allo studio Vitti, uno dei più prestigiosi della città. «Era bella, intelligente, amava i viaggi e la famiglia. Adorava i suoi bambini», racconta un’amica. Filippo, il bambino di 4 anni che babbo e nonno non sono riusciti a salvare, aveva festeggiato il compleanno sabato sera con i compagni dell’asilo. Si è salvata la sorellina Camilla, 2 anni, la «piccina». L’ultimo regalo di babbo e nonno, i quali l’hanno strappata dal fango e da morte sicura.