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Alternanza scuola lavoro, studente si sfoga: 6 in condotta

alternanza scuola lavoro

Aspra critica di uno studente all'alternanza scuola lavoro sui social. La punizione è un sei in condotta nelle valutazioni di metà anno.

Dopo aver contestato sui Social Network l’esperienza di alternanza scuola lavoro, un giovane studente dell’istituto tecnico Da Vinci di Carpi riceve un sei in condotta nelle valutazioni di metà anno. Spiega il rettore: “Volevamo dare un segnale”.

Alternanza scuola lavoro

Esplode nel modenese un nuovo capitolo legato alla vicenda dell’alternanza scuola lavoro, prevista nell’ambito della legge 107 del 13 luglio 2015. Al centro della polemica un giovane studente dell’istituto tecnico DaVinci di Carpi, colpevole di aver apertamente criticato su Facebook non solo l’azienda presso la quale aveva iniziato il percorso di stage, ma anche l’istituzione stessa dell’alternanza, additata come realmente inutile ai fini della formazione. Lo studente avrebbe infatti definito sin dal primo giorno l’esperienza come una sorta di schiavismo legalizzato, caratterizzato da mansioni superflue e ripetitive e soprattutto non retribuite.

La punizione non ha tardato ad arrivare: un sei in condotta comminato nelle valutazioni di metà anno. Il preside Paolo Pergreffi spiega che la valutazione non pregiudicherà assolutamente la promozione del ragazzo, in virtù dei suoi meriti scolastici; il fine di tale punizione sarebbe al contempo esemplare e correttiva: il consiglio di classe ha voluto mandare un segnale forte al ragazzo, invitandolo a correggere rotta. Il dirigente continua spiegando che il primo impatto con il mondo del lavoro deve avvenire sulla linea dell’educazione e delle buone maniere, e che gli studenti devono comprendere come il primo ingresso in una azienda non può coincidere con mansioni altamente specializzate.

Contro il provvedimento disciplinare si è scagliato il comitato cittadino Sisma.12, nato dopo il terremoto in Emilia, che indica nel sei in condotta un esempio di repressione e censura contro i principi democratici, volto a rendere il giovane una vittima esemplare e quindi intimorire i numerosissimi studenti ideologicamente avversi all’alternanza scuola lavoro.

Legge 107

Quella dell’alternanza scuola lavoro è una delle innovazioni nell’ambito scolastico previste dalla legge 107, approvata il 13 luglio 2015 e conosciuta come Buona Scuola. La riforma della scuola formulata dal governo Renzi prevedeva lo sviluppo di una maggiore autonomia negli istituti scolastici, fornendo gli adeguati strumenti finanziari, organizzativi e organici, con un aumento di personale. Era inoltre previsto un finanziamento di 3 miliardi oltre a un ampio piano di assunzioni volto a coprire le cattedre vacanti. Nell’ottica del potenziamento dell’insegnamento rientra l’offerta di corsi di formazione e di 500 euro spendibili dai docenti per corsi o per materiale didattico.

È poi previsto, per l’ultimo triennio delle scuole superiori, un percorso di studio sotto forma di stage presso aziende, enti o istituzioni pubbliche e private. Le ore di alternanza variano in base alla tipologia di istituto: 200 ore per i licei, 400 per gli istituti professionali. Il dirigente dell’istituto deve provvedere a stipulare accordi con aziende e istituzioni, e a fine progetto redigere una valutazione della collaborazione.

Ministro Fedeli

Il caso dello studente di Carpi porterà sicuramente allo scoppiare di nuove polemiche, alle quali il mondo dell’istruzione italiano non è assolutamente immune. La figura stessa del Ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, è stata spesso al centro di discussioni. In principio a far discutere fu il titolo di studi del ministro: una laurea in Scienze Sociali smentita e ridimensionata come diploma di Scuola per Assistenti Sociali. A rincarare la dose, alcune voci suggeriscono l’assenza di un vero diploma di maturità superiore all’interno del curriculum effettivo del ministro.

Successivamente al centro dell’attenzione dei maggiori quotidiani si piazzarono gli strafalcioni e le gaffe del ministero: celebre la grafia erronea “traccie” per tracce nell’ambito della maturità 2017. Il ministro fedeli ha sempre sostenuto la propria adeguatezza al ruolo in virtù dell’esperienza maturata all’interno delle associazioni sindacali.