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Alternanza scuola-lavoro, le proteste degli studenti: manifestazioni in oltre 40 città

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Centinaia di studenti si sono uniti in proteste contro l'alternanza scuola-lavoro: cortei e manifestazioni in oltre 40 città.

Dopo il caso di Giuseppe Lenoci, il ragazzo di 16 anni morto in un incidente stradale durante uno stage, e quello di Lorenzo Parelli, deceduto nell’ultimo giorno del tirocinio in azienda, gli studenti di tutta Italia sono scesi in piazza unendosi in proteste contro “alternanza scuola-lavoro, maturità e repressione subita“.

Alternanza scuola-lavoro: le proteste degli studenti

Sono centinaia i ragazzi che stanno partecipando alle manifestazioni organizzate in oltre 40 città italiane. Tra queste Torino, dove non sono mancate tensioni tra i manifestanti e le forze dell’ordine nei pressi della sede di Confindustria: dopo aver lanciato uova di vernice contro la palazzina di via Vela, alcuni ragazzi hanno forzato il cancello di ingresso e tentato di entrare negli uffici per poi venire respinti. giovani sono stati respinti, anche con manganellate. In apertura del corteo il cartello recante la scritta “contro alternanza, maturità e repressione: no alla scuola del padrone“.

In molti in piazza anche a Milano, dove il corteo partito da piazza Cairoli si è aperto con lo striscione “Non si può morire di scuola“. Le studentesse e gli studenti milanesi stanno protestando contro l’attuale modello di istruzione chiedendo l’abolizione dell’alternanza scuola-lavoro che ritengono uno sfruttamento. Allo stesso modo a Bari i ragazzi hanno chiesto una scuola più giusta e sicura alternativa a quella odierna “che vuole solo insegnarci a essere lavoratori sfruttati in alternanza e abituarci a un’instabilità sociale, economica e psicologica“.

Alternanza scuola-lavoro, le proteste degli studenti: “Mani sporche di sangue”

A Napoli infine, alcuni studenti si sono versati addosso vernice rossa davanti alla sede regionale del Partito Democratico recando uno striscione con la scritta “C’at accise, ci avete ucciso: le vostre mani sono sporche del nostro sangue“. Durante la protesta, gli studenti hanno ribadito il motivo del loro flash mob e si sono schierati contro il PD, autore della legge sulla Buona scuola.