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Amazon, corrieri costretti a urinare in bottiglie di plastica

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Amazon ha ammesso che, talvolta, i suoi corrieri sono costretti a urinare in bottiglie di plastica per rispettare i tempi di consegna delle merci.

Il colosso dell’e-commerce Amazon si è scusato pubblicamente con i suoi dipendenti, talvolta costretti a urinare in bottiglie di plastica pur di rispettare i tempi di consegna delle merci ordinate.

Amazon, corrieri costretti a urinare in bottiglie di plastica

In un primo momento, l’azienda statunitense fondata da Jeff Bezos aveva strenuamente negato le accuse che le sono state ripetutamente rivolte per denunciare il trattamento riservato ai dipendenti.

Dopo svariati tentativi di mettere a tacere critiche e rimproveri provenienti da svariati ambienti del mondo americano, tuttavia, Amazon ha deciso di diramare una nota ufficiale su un blog ammettendo le proprie responsabilità.

In particolare, nella nota viene riportato il seguente messaggio: “Sappiamo che, a volte, i nostri guidatori possono avere problemi nel trovare la toilette a causa del traffico o, a volte, perché percorrono strade in zone rurali. Inoltre, questo sta avvenendo specialmente nel periodo della pandemia poiché molti bagni pubblici sono stati chiusi”.

Le accuse rivolte ad Amazon dal democratico Marc Pokan

Le scuse di Amazon sono rivolte principalmente nei confronti di Marc Pokan, deputato del Partito democratico statunitense che, per primo, ha acceso i riflettori sull’azienda specializzata nel settore dell’e-commerce e sul suo modo di trattare i dipendenti, obbligati a urinare in bottiglie di plastica per non ritardare la tabella di marcia prevista per le consegne da effettuare.

Il democratico Pokan, infatti, aveva denunciato: “Retribuire i dipendenti con 15 dollari l’ora non vuol dire che si tratti di un posto di lavoro all’avanguardia, soprattutto se li si costringe a fare la pipì nelle bottiglie di plastica”.

La cifra citata dal deputato si ricollega apertamente all’intenzione dei democratici di innalzare il salario minimo dei dipendenti americani.

La responsabilità in merito a quanto descritto da Marc Pokan, dopo una tenace fase di diniego, è stata poi riconosciuta da Amazon che ha anche ammesso di aver segnato “un autogol” persistendo nel voler negare la situazione, soprattutto in considerazione delle numerose testimonianze di dipendenti raccolte dai media americani.

Il colosso dell’e-commerce, pertanto, ha dichiarato che quello dei corrieri si configura come un “problema di lunga data”. A questo proposito, inoltre, Amazon ha anche affermato: “Vorremmo risolvere il problema. Non sappiamo come ma cercheremo delle soluzioni”.