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Amazon, riconoscimento facciale: la polemica

Amazon riconoscimento facciale

Amazon sta cominciando a vendere ai governi il suo software di riconoscimento facciale chiamato Rekognition. E scoppia la polemica.

Amazon sorveglia la città di Orlando, in Florida, e la contea di Washington, in Oregon. Almeno per ora. Dall’e-commerce, infatti, Jeff Bezos si sta sposando alla videosorveglianza, ma non dei dipendenti della multinazionale. Amazon sta infatti collaborando con le forze dell’ordine stelle e strisce per monitorare 24 ore su 24 i cittadini americani, grazie ad una nuova tecnologia basata sul riconoscimento facciale. L’American Civil Liberties Union, ong in difesa dei diritti civili e le libertà individuali, è già sul piede di guerra.

Il riconoscimento facciale di Amazon Rekognition

Amazon è entrata ufficialmente nel settore della videosorveglianza. Il colosso americano fondato da Jeff Bezos, infatti, ha sviluppato Amazon Rekognition, un nuovo potente quanto pericoloso sistema di riconoscimento facciale. Ma non solo. Amazon sta anche attivamente aiutando i governi e le forze dell’ordine affinché il software venga implementato nei sistemi di sorveglianza delle città americane.

In base a quanto denuncia l’American Civil Liberties Union, una organizzazione non governativa che si occupa di difendere le libertà individuali e i diritti civili, Amazon avrebbe venduto il suo Rekognition nel 2017 alla città di Orlando, in Florida, e allo sceriffo della contea di Washington, in Oregon. Attraverso il Freedom of Information Act, l’ACLU ha inoltre scoperto che le forze dell’ordine della California e dell’Arizona hanno già contattato la contea di Washington per chiedere informazioni su Amazon Rekognition.

Per presentare il suo prodotto suoi clienti governativi, Amazon sottolinea come “la sorveglianza personale” sia ormai il modo più “facile e accurato” per investigare e monitorare le persone. Amazon infatti assicura che Rekognition può essere usato per identificare “persone di interesse”, e aumentare così la possibilità di individuare chi viene classificato come un “sospetto”. Amazon Rekognition non sarebbe però solo in grado di identificare, tracciare e analizzare le persone in tempo reale. Punto di forza nella nuova tecnologia sviluppata dagli ingegneri informatici di Jeff Bezos è il saper riconoscere fino a 100 persone in una singola immagine. Inoltre, Rekognition può identificare “tutti i volti in foto di gruppo, eventi affollati e luoghi pubblici come gli aeroporti” se collegato ad un database centrale.

L’ACLU contro Amazon

L’American Civil Liberties Union scrive una lettera a Jeff Bezos per chiedere che Amazon smetta di vendere ai governi il sistema Rekognition. Con questo software, infatti, uno Stato sarebbe in grado di mettere in piedi un vero e proprio sistema per automatizzare l’identificazione e il monitoraggio di chiunque. Le città infatti potrebbero seguire regolarmente e passo passo i propri residenti, indipendentemente dal fatto che questi abbiano commesso o meno un crimine, o siano sospettati di qualcosa.

“Le persone dovrebbero essere libere di camminare per la strada senza essere osservate dal governo. Automatizzando la sorveglianza di massa, i sistemi di riconoscimento facciale come Amazon Rekognition minacciano tale libertà” denuncia sul suo sito l’ACLU. Per tutta risposta, la portavoce di Amazon Nina Lindsey al Washington Post (di proprietà di Jeff Bezos) si limita a sottolineare che “l’azienda chiede sempre ai suoi clienti di rispettare la legge e di essere responsabili quando utilizzano i loro servizi di cloud computing”.