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Anakinra, il farmaco che riduce la mortalità Covid ed i ricoveri tra i pazienti gravi

Bilancio coronavirus

Sono stati resi noti i risultati di uno studio condotto su pazienti affetti da Covid: il trattamento con Anakinra ha mostrato un'efficacia notevole.

L’impiego precoce e mirato del farmaco Anakinra, un antagonista del recettore dell’interleuchina-1 α e β, in combinazione con lo standard terapeutico attuale, ha ridotto la mortalità e i ricoveri in terapia intensiva. La guarigione completa nei pazienti Covid-19 ricoverati con prognosi sfavorevole dovuta al rischio di insufficienza respiratoria grave è, dunque, in notevole aumento. Sono questi i risultati principali dello studio di fase III SAVE-MORE pubblicati dalla rivista Nature Medicine.

Covid: il farmaco Anakinra riduce la mortalità del virus

Il farmaco è in commercio da vent’anni ed è usato per trattare l’artrite reumatoide e altri gravi patologie infiammatorie. Oggi si candida per essere il farmaco ideale per trattare il Covid. È sicuro, efficace e costa solo 25 euro a iniezione. Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell’ Ema e consigliere del commissario per l’emergenza coronavirus Figliuolo, ha detto la sua su questo medicinale, definendolo promettente.

Alla ricerca hanno partecipato diversi istituti di cura italiani, dall’Istituto Spallanzani, al il Policlinico Gemelli di Roma, passando per l’Ospedale San Raffaele e l’Humanitas di Milano, l’Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar e arrivando all’Ospedale di Jesolo.

Lo studio è stato condotto professor Giulio Cavalli, immunologo dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, e coordinato dal professor Lorenzo Dagna, primario dell’Unità di Immunologia, Reumatologia, Allergologia e Malattie rare dello stesso istituto.

Proprio il professor Dagna parla all’HuffPost e spiega che:

“Fin dall’inizio della pandemia di Covid-19 era emerso chiaramente che, nelle forme più violente della malattia, una delle complicanze maggiori fosse lo sviluppo di una ‘tempesta infiammatoria’, in grado di causare polmonite grave con insufficienza respiratoria fino al decesso del paziente. Da qui l’intuizione di utilizzare off-label molecole ad azione immunosoppressiva capaci di spegnere l’eccessiva risposta immunitaria e, dunque, l’infiammazione”.

Covid: il farmaco Anakinra ed i suoi punti di forza

Il punto di forza di questo farmaco fin dall’inizio è stato sicuramente il fatto di conoscerlo perfettamente. Per cui, oltre a essere immediatamente disponibile, i ricercatori sapevano che era sicuro e che aveva effetti collaterali quasi nulli:

“La buona tollerabilità deriva dal fatto che si tratta di una molecola replica di una proteina umana. Anakinra era poi maneggevole nell’uso, anche in situazioni critiche. Infine, aveva dato buoni risultati nell’ambito di altri trattamenti sperimentali off-label. Il presupposto ideologico, scientifico e pratico convergevano: così siamo partiti.”

Tuttavia, il professor Dagna spiega che la situazione di emergenza non consentiva di far partire uno studio controllato, che richiede più tempo per via di percorsi autorizzativi-burocratici. Motivo per il quale la ricerca è stata fatta partire in parallelo.

“Dunque ha preso il via uno studio più piccolo: abbiamo iniziato a somministrare Anakinra in aggiunta alla terapia tradizionale ad alcuni pazienti gravi, confrontando i risultati con chi era curato soltanto attraverso il protocollo classico.”

E il risultato è stato che l’equipe, prima al mondo, è stata in grado di osservare che il farmaco poteva ridurre di oltre il 50% la mortalità dei pazienti trattati rispetto a quelli che ricevevano solo le cure standard.

“Col professor Giulio Cavalli abbiamo illustrato i risultati in una ricerca pubblicata su Lancet Rheumatology. Dopo il nostro studio su altre riviste sono iniziati a comparire lavori scientifici provenienti da tutto il mondo che, in modo indipendente, dicevano le stesse cose. Ma sapevamo che per dare il via a un iter autorizzativo era necessario un passaggio in più. Sotto la guida del professor Evangelos J. Giamarellos-Bourboulis dell’Università Nazionale Capodistriana di Atene, insieme ad altri istituti di cura abbiamo dato il via a uno studio registrativo da sottoporre agli enti regolatori per l’approvazione del farmaco. È nato così ‘Save-More’, studio disegnato in accordo con l’Agenzia Europea del Farmaco (Ema) i cui risultati sono stati pubblicati il 3 settembre su Nature Medicine.”

Dunque, cosa emerge dalo studio Save-More in più rispetto alle ricerche precedenti?

“La diminuzione della mortalità relativa è stata del 55%. La percentuale dei pazienti che hanno ottenuto la guarigione entro 28 giorni supera il 50% mentre il numero di pazienti con malattia grave stazionaria è stato ridotto del 54%. Il tempo medio di dimissione dall’ospedale e dalla terapia intensiva è infine stato ridotto rispettivamente di 1 e 4 giorni. Ora lo studio è in valutazione all’Ema per una possibile autorizzazione formale all’impiego del farmaco per la cura del Covid-19.”

Comunque, come accennato all’inizio, Anakinra costa circa 25 euro a iniezione, l’intero trattamento, invece, si aggira sui 250 euro. Bisogna, quindi, prendere in considerazione che una giornata di terapia intensiva a un ospedale costa circa 2.000-2.500 euro. Per cui, il paragone è semplice: circa 10 mila euro di intensiva contro 250 euro di trattamento con questo farmaco.

“La sostenibilità economica è assoluta, per non parlare del risparmio in termini di sofferenza e di vite umane.”

Covid e Anakinra: altra soluzione per sconfiggere il virus

In aggiunta, oltre all’ approvazione da parte dell’Agenzia europea del farmaco, si punta al fatto che l’Agenzia italiana del Farmaco (AIFA) possa pensare a una pre-autorizzazione vista la sicurezza, l’efficacia e la sostenibilità di costi del farmaco:

“Una pre-autorizzazione potrebbe essere di aiuto a moltissime strutture ospedaliere italiane che non hanno strumentazioni adeguate per gestire pazienti gravi e a forte rischio decesso.”

Insomma, sembra che finalmente, oltre al vaccino, la comunità possegga uno strumento in più per combattare il Coronavirus:

“Assolutamente. Anche se, questo va sottolineato con forza, la vaccinazione rimane l’arma principale nella lotta al Covid. Un farmaco come Anakirna serve a dimezzare la mortalità, non ad annullarla.”