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Ancora troppo lenti i tempi della giustizia familiare anche a causa della pandemia. Necessari supporti legali e psicologici per aiutare i minori e le famiglie più disagiate

giustizia familiare pandemia

A un anno dall'inizio della pandemia da Covid, il mondo giudiziario resta ancora in emergenza, ovvero in trattazione scritta per la maggior parte degli incombenti.

Dopo oltre un anno, purtroppo, siamo ancora qui a trattare di pandemia e di emergenze. Buona parte delle attività sembrano riprendere, tuttavia l’ambito giudiziario resta ancora in emergenza, ovvero in trattazione scritta per la maggior parte degli incombenti. Questo significa non poter andare a fondo di una materia che tratta di diritti personalissimi e che per sua natura ha necessità di udienze presidenziali, in presenza per far comprendere ai Giudici i veri disagi che stanno vivendo le persone. Infatti, in questi mesi è aumentata la richiesta di sostegno psicologico, circa del 10 %, poiché le persone per poter andare avanti devono essere aiutate psicologicamente.

Per la mia esperienza, quale tecnico, consiglio di farsi aiutare psicologicamente mentre va avanti e si sviluppa la questione legale, perché il gravame psicologico oramai non è più sopportabile dalla massima parte delle persone.

Sappiamo bene come i tempi della giustizia familiare siano lenti, il Giudice deve avere il tempo di comprendere in modo oggettivo le vicende complesse familiari, tuttavia le persone nell’attesa della sentenza vivono con grande disagio, soprattutto i minori, quando ad esempio i coniugi continuano a vivere nello stesso immobile.

Minori che sono molto toccati e provati sia dalla pandemia, in generale, per la mancanza di contatto sociale, sia per l’eventuale crisi familiare genitoriale, con conseguenziale separazione e rottura matrimoniale. Sono proprio i ragazzi che devono essere necessariamente supportati (semmai anche nell’ambito scolastico).

Dopo un anno siamo al punto di partenza, anzi, direi che la stanchezza psicologica e la delusione di una risposta governativa e sanitaria non efficace ha reso le famiglie ancora più fragili. Da oggi in poi dobbiamo solo risalire. Risalire significa vivere i disagi familiari con giusti supporti, sia legali che psicologici, e vivere la vita di ogni giorno comprendendo che la normalità di prima è molto difficile che possa riprendere. Dal punto di vista legale, l’aspetto positivo è che la macchina giudiziaria e di tutela legale non si è mai fermata, i Tribunali non hanno mai sospeso l’attività e anche se in modo cartolare si è tentato di dare risposte concrete alle problematiche complesse familiari.

Noi Legali non abbiamo mai abbandonato i soggetti separandi ed anzi abbiamo colmato le varie lacune degli uffici pubblici del settore. Questi sono i giorni delle riprese delle attività e dobbiamopensare al positivo per tutti gli ambiti sociali!ù

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