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Andrea Crisanti contro Mario Draghi: “Con le riaperture l’estate è a rischio”

Andrea Crisanti

Andrea Crisanti contro Mario Draghi: “Con le riaperture l’estate è a rischio”. L'esperto ritiene che il governo abbia fatto solo una scelta economica

Andrea Crisanti implacabile contro Mario Draghi: “Con le riaperture l’estate è a rischio”, e l’esperto punta il dito contro la decisione, fortemente voluta proprio dal premier, di riaprire definendola una “stupidaggine epocale”. A parere del professore ordinario di Microbiologia all’università di Padova infatti “il vero rischio è giocarci l’estate”. In che senso? Crisanti ritiene che consentire le riaperture di bar e ristoranti per fine mese e nelle regioni con numeri dei contagi in calo sarebbe controproducente. Perché? Qui l’esperto punta chiaramente il dito: perché quelle riaperture sarebbero non il frutto di una valutazione empirica dei dati epidemiologici, ma di soli parametri economici. Insomma, secondo Crisanti l’Esecutivo è sceso a patti con l’aggressività di covid per sostenere l’economia ma così facendo rischia di ottenere esattamente il risultato opposto.

Crisanti contro Draghi: ostaggi di interessi politici

Non mancano le allusioni a poteri terzi e camarille occasionali. Crisanti le ha fatte a La Stampa: “Purtroppo l’Italia è ostaggio di interessi politici di breve termine, che pur di allentare le misure finiranno per rimandare la ripresa economica. Da settimane viaggiamo tra i 15 e i 20 mila casi al giorno: un plateau altissimo, che non consente di progettare riaperture”. E ancora: “La decisione è stata presa e il governo se ne assumerà la responsabilità. Non è una mia opinione, ma di chiunque si basi sui dati. Sento parlare di rischio calcolato, ma come? Di calcolato vedo ben poco e il vero rischio è giocarci l’estate. Allora diciamolo chiaramente: la scommessa è riaprire ora per vedere se a giugno dobbiamo richiudere tutto”. In scia con Crisanti anche Massimo Galli. Per lui il famoso rischio calcolato è “calcolato male”.

Vaccino decisivo, ma con numeri che non ci sono

La soluzione di Crisanti passa per i vaccini, ma ci sono i però atavici che conosciamo tutti. “L’unica sarebbe potenziare la vaccinazione, ma tra forniture, disorganizzazione e diffidenza verso AstraZeneca pare difficile superare quota 350 mila”. A replicare a Crisanti ci ha pensato Gianni Rezza del Cts: “Nel momento in cui si allenta, è normale che l’epidemia possa ripartire e un rischio riaperture c’è, ma abbiamo un sistema di allerta precoce per intervenire subito. Il rischio accettabileper un epidemiologo è zero, per un economista può essere 100. È legittimo che la politica trovi una sintesi”.