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Angelo Borrelli e la “ferita aperta” del suo addio

Angelo Borrelli e la "ferita aperta" del suo addio

L'ex capo della Protezione Civile rompe un lungo silenzio e confessa a Repubblica le sue sensazioni dopo l'avvicendamento con Fabrizio Curcio

Angelo Borrelli, l’uomo dei bollettini della Protezione Civile e la “ferita aperta” del suo addio. Una ferita che secondo quanto dichiarato a La Repubblica si starebbe rimarginando. Ora Borrelli dice di vedere di nuovo la luce, ma il suo silenzio su quanto gli è accaduto pare essere solo momentaneo. Piaccia o meno nell’immaginario collettivo dei giorni tremendi 2020 di pandemia, Borrelli era “l’uomo dei bollettini quotidiani”. Era quello seduto a presiedere un lungo tavolo che intorno alle 18.00, dava le vittime e contagi in diretta. Sia pur in un contesto del tutto discutibile, Borrelli fu protagonista assoluto della prima ondata della pandemia. Con la seconda ondata era caduto nel dimenticatoio.

La “ferita aperta” di febbraio

Un Consiglio dei Ministri di febbraio lo aveva esautorato facendo reinsediare Fabrizio Curcio. Borrelli era comunque in scadenza di mandato a marzo, tuttavia Mario Draghi era a caccia di nuovi assetti e la testa di Borrelli fu una delle prime a rotolare via. Dopo un lungo periodo di silenzio Borrelli ha voluto affidare alcune sue considerazioni al quotidiano fondato da Scalfari. Sono emotive ma non del tutto prive di letture “strategiche”. “Non sapevo più cosa era la luce dopo così tanti anni sotto pressione, praticamente al buio. Vedo di nuovo la luce”.

Silenzio sull’avvicendamento, per ora

E ancora: “Dell’avvicendamento alla guida della Protezione Civile preferirei non parlare, la ferita è aperta. Tra un mese, due spiegherò tutto. Non voglio fare polemiche adesso, non servirebbero a nessuno” Borrelli potrebbe avere un futuro da magistrato contabile. “Per alcuni giorni ancora, comunque, mi godo questa libertà, dopo alluvioni, terremoti, la pandemia. Con la coscienza a posto di aver sempre fatto quello che un Governo ci ha chiesto. Siamo pur sempre un Dipartimento della presidenza del Consiglio”.