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Anm vicino al fallimento ma triplicate le spese per i telefonini

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L'Anm, l'azienda che gestisce i trasporti a Napoli, è a forte rischio fallimento. Ad aver pesato è un grosso ed esagerato aumento di spese.

L’Anm, società del Comune di Napoli, sta seriamente rischiando il fallimento, e una delle cause sono senza dubbio le spese per le telefonate. Il costo delle utenze è schizzato sproporzionatamente dagli 80.550 euro del 2015 a ben 253.263 euro del 2016. A questo si aggiunge anche l’aumento dell’utilizzo dei telefoni fissi, e si registrano costi passati da 152.799 a 186.178 euro.

Spese Anm telefono

Nell’azienda, in pratica, circa un dipendente su 10 ha un cellulare aziendale. Hanno diritto all’apparecchio i coordinatori, i macchinisti, i tecnici, gli ingegneri, i funzionari e i capo area. A questi bisogna aggiungere i dirigenti e manager. In Anm, poi, gli smartphone, sono periodicamente sostituiti con quelli più nuovi, per ulteriori esborsi periodici.

Questi apparecchi messi a disposizione sono uno strumento di lavoro. Non si devono utilizzare, quindi, per i propri comodi. Non a caso, l’Anm addebita le chiamate su linea esterna allo stipendio, a costi aziendali scontati di un centesimo al minuto.

Bilancio

Anche dinanzi al default alle porte, la tendenza ad allentare i cordoni della borsa nell’Anm non sembra fermarsi. Un trend immortalato dai dati che escono dall’ultimo rendiconto di bilancio 2016, aggiornato allo scorso settembre, e non ancora approvato. Il documento contabile, infatti, è legato anche al destino del nuovo piano industriale 2018-2023, che dovrebbe iniziare da febbraio. Nel frattempo, però, il quadro dei conti conferma un grosso ed esagerato aumento di spese in alcuni comparti, anche nell’ultimo anno precedente all’avvio del risanamento, con i licenziamenti collettivi e l’apertura dello stato di crisi.

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Aumento di spese

Le spese per l’energia elettrica, aumentano di ben 2 milioni di euro, passando da 6,8 a 8,8 milioni. Un aumento causato, con ogni probabilità, anche al rincaro generale delle materie prime. Tuttavia potrebbe aver influenzato anche il cambio di contratto tra vari gestori. Anche i costi della vigilanza armata si sono espansi di circa 1,2 milioni di euro, passando dai 3,2 milioni del 2015 ai 4,4 milioni dello scorso anno. Lasciare aperte le stazioni fino alle 2 di notte il venerdì e il sabato, infatti, ha un peso economico. Questo non solamente per gli straordinari degli agenti di stazione, ma anche per quelli dell’indotto, dato che in ogni struttura deve presenziare almeno una guardia giurata.
Anche per le pulizie, nel 2016, l’Anm ha pagato di più, passando ai 7,3 milioni, dai 6,9 milioni di due anni fa.
I debiti complessivi, in più, sono aumentati da 128 a 144,5 milioni.

Aumento di ricavi

C’è anche da dire, però, che i ricavi sono migliorati. Dalla vendita dei ticket e dalle tariffe, l’Anm è riuscita ad incassare oltre 8 milioni in più rispetto al 2015, giungendo a 187,5 milioni di euro. Altri risparmi sono arrivati dalla riduzione dei costi del personale, grazie anche ai pensionamenti e al blocco del turn over. Poi, salari e stipendi si sono sgonfiati da 89 a 84,6 milioni. Contemporaneamente, le ferie maturate e non godute retribuite sono passate da 212mila a 423mila euro.

Napoli poco tecnologica

Vanno male i pagamenti tecnologici. Dall’Easy Park, l’App per pagare la sosta sulle strisce blu direttamente dal telefonino, l’Anm riesce ad incassare solo 20.500 euro all’anno. Mentre sono davvero pochi gli utenti di Neos Park, la ricarica prepagata online per la sosta, venduta al prezzo promozionale di 9,99 euro. I napoletani, insomma, sembra preferiscano ancora le monetine. Gli incassi dai parcometri sono infatti rimasti fermi a 6,8 milioni.