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Anniversario di Nassiriya, parlano i famigliari e il figlio di uno di essi ricorda l'orrore

I resti della base Maestrale distrutta dalle esplosioni

Anniversario di Nassiriya, parlano i famigliari e il figlio di uno di essi ricorda: "Penso a mio padre e a tutti gli altri caduti e so che lo rifarebbero"

Anniversario di Nassiriya, parlano i famigliari e il figlio di uno di essi ricorda l’orrore. Marco Intravaia ad esempio, figlio del vicebrigadiere Domenico che era fra le 28 vittime totali della Maestrale, ha detto: “Mi chiedo perché sia accaduto proprio a me”. La tragedia di Nassiriya e quel maledetto camion-cisterna bomba che uccise tante persone, è connotata da tante piccole ed immense storie di dolore e forza d’animo. Dei morti 12 erano militari appartenenti all’Arma dei Carabinieri

Anniversario di Nassiriya, parlano i famigliari

E Marco Intravaia, il figlio del vicebrigadiere dei Carabinieri palermitano Domenico, ha detto: “L’anniversario della strage di Nassiriya, come accade ogni anno, rinnova il dolore di una ferita mai rimarginata, una sofferenza, però, sempre accompagnata da un grande orgoglio per l’eroico sacrificio di mio padre che, come i suoi commilitoni caduti nello stesso eccidio, era consapevole del pericolo che correva, ma non si è sottratto all’esercizio del dovere fino in fondo, fino all’estremo sacrificio”

Lo sconforto e poi la certezza: “Lo rifarebbero”

Poi l’ombra cupa: “A volte, quando lo sconforto prende il sopravvento, mi chiedo il perché di quanto accaduto e perché proprio a me. Ma poi penso a mio padre e a tutti gli altri caduti all’estero nella lotta al terrorismo e so che rifarebbero le stesse scelte, perché soltanto facendo bene il proprio dovere e servendo con fedeltà lo Stato, potremo donare un mondo e una società migliori ai nostri figli”. E in chiosa fiera come fieri siamo noi di leggerla, quella chiosa: “I caduti a Nassiriya, così come tutti coloro che hanno immolato la vita alla Patria, possono essere definiti Eroi. Eroi di oggi. Eroi che sono padri, figli e mariti con le loro fragilità e paure, ma che non si lasciano mai sopraffare da esse, onorando, quotidianamente, il giuramento prestato alla Repubblica“.