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Anoressia, la storia di Fabiana: “Pesavo 27 chili, ora ho ripreso in mano la mia vita”

Fabiana Negrini

Quel che può fare l'anoressia nervosa lo dice la storia di Fabiana Negrini: “Pesavo 27 chili, ma adesso ho ripreso in mano la mia vita”

In tema di anoressia sui social e media sta facendo riflettere in senso didattico ed utile la storia di Fabiana che racconta: “Pesavo 27 chili, ora ho ripreso in mano la mia vita”. Il dato è empirico: non tutte le famiglie in cui i genitori si dividono innescano traumi severi per i figli, ma non tutti i figli sono uguali e qualche volta quei traumi severi ci sono

Anoressia, la storia di Fabiana: “Avevo un bisogno di affetto che non esprimevo”

Soprattutto nel caso degli adolescenti ci sono circostanze che possono spingerli a situazioni critiche di cui l’anoressia è un effetto, a volte letale, più che una causa. E quello che ha raccontato Fabiana Negrini ai media ne è un chiaro esempio. Ha detto la giovane su Fanpage: “Ad oggi penso che sia stato tutto frutto di un mio bisogno estremo di affetto e di attenzione che non riuscivo ad esprimere. Tutti noi vorremmo avere una famiglia perfetta, felice, la mia non lo era e i miei si stavano separando, questo mi ha portato a non sentirmi amata, a non piacermi più, a pensare che non meritassi di vivere”. 

Pandemia, lockdown, anoressia e pasti saltati: la storia di Fabiana Negrini

Il lockdown e la pandemia hanno acuito certi problemi e la stessa Fabiana ha proseguito: “Non mi controllavo più, ho cominciato saltando la cena, poi buttavo via la merenda a scuola, camminavo moltissimo, non mi piacevo più”. E ancora: “Sono arrivata a pesare 27 kg x 167 cm“. 

Il fondo e la resurrezione dal baratro dell’anoressia grazie ad un “angelo custode”, la storia di Fabiana

Ho perso completamente la mobilità del braccio sinistro, non sentivo più come prima, non riuscivo più a fare le scale, né a lavarmi, a sedermi o mettermi a letto da sola”. Poi l’arrivo di quello che Fabiana ha definito il suo “angelo custode”, il suo medico: “Ho passato 6 mesi totali di ricovero di cui 3 tra medicina e rianimazione e 3 in una struttura a Pietra Ligure per i DCA. Se non ci fosse stato il mio psicologo e non mi avesse fatto fare quel piccolo passo io non so dove sarei ora”.