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Anoressia mentale nel bambino: come si manifesta

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Anoressia mentale nell’infante: una patologia psico-fisica che porta il bambino al rifiuto totale di consumare ed ingerire il cibo, a mettere in atto comportamenti e gesti di ribellione e di inappetenza Quando si parla di anoressia o di perdita di appetito o rifiuto di ingerire cibo dalla bocca,...

Anoressia mentale nell’infante: una patologia psico-fisica che porta il bambino al rifiuto totale di consumare ed ingerire il cibo, a mettere in atto comportamenti e gesti di ribellione e di inappetenza

Quando si parla di anoressia o di perdita di appetito o rifiuto di ingerire cibo dalla bocca, subito associamo il disturbo alimentare all’età adolescenziale, in particolare alle ragazze che per esibire il loro corpicino esile esile, cadono nel tunnel dell’anoressia e, in certi casi, la patologia può degenerare fino alla morte. In effetti, l’anoressia è un disturbo alimentare che colpisce anche i bambini: spesso, si vedono infanti in età pre-adolescenziale che serrano la propria bocca ed inibiscono ai genitori di fare assumere loro il pasto. Questi bambini affetti dalla malattia fisico-mentale dell’anoressia sviluppano, con l’andare del tempo, nuove manovre e comportamenti finalizzati ad inibire l’assunzione del cibo: chiudere con forza le labbra della bocca o procurarsi il vomito, tenere perennemente la bocca aperta lasciando cadere il cibo inserito nel cavo orale dai genitori, sputare gli alimenti, girare la testa di lato, etc etc. I genitori tentano, invano di forzare il bambino, di intimarlo a consumare il pasto, ad inventarsi mille distrazioni per nutrirlo: si tratta di sforzi senza risultati ed il bambino perde peso, mentre la preoccupazione e la frustrazione dei genitori e familiari aumenta di giorno in giorno.

Il perenne rifiuto di ingerire e consumare il piatto è una comunicazione forte da parte del bambino, a cui è compito del genitore rispondere in maniera adeguata. L’anoressia mentale e nervosa infantile è frutto della costante ricerca dell’indipendenza e dell’autonomia. I genitori appaiono impotenti dinanzi al comportamento del loro bambino: la voglia di prendere il controllo e dominare il bambino aggravano sempre di più la situazione già assai complicata e compromessa. I genitori dovrebbero reagire e riuscire ad equilibrare il bisogno del bambino con il conferire maggiore grado di autonomia, con limiti chiari e precisi: un maggiore dialogo tra le parti può aiutare a superare il momento patologico anche se, spesso e volentieri, non basta. Il guarire, il crescere insieme non comporta solamente una crescita psicofisica del bambino affetto da anoressia mentale, ma anche una crescita dell’intero nucleo familiare: famiglia e bambino devono poter crescere sinergicamente per sconfiggere la patologia ed il disturbo alimentare.