La crociata della Apple in difesa della privacy, sbarca anche in Italia.
Dopo gli assassini di San Bernardino, difesa anche la coppia dell’acido
AL TRIBUNALE DI MILANO – Lo scorso 28 dicembre Martina e Alexander hanno sfigurato con l’acido l’ex di lei, Pietro Barbini. I due sono stati condannati in primo grado a 14 e 16 anni di reclusione. In tutto questo che c’entra la Apple? Beh, c’entra, e non poco: si dà il caso che Alexander abbia un cellulare Apple, con sistema IOS 8 e sbloccarlo potrebbe aiutare a chiarire molti particolari della vicenda in cui lui e la sua compagna sono coinvolti. Ma la Apple, esattamente come a San Bernardino, per i killer che hanno ucciso un’intera comunità, ha diffidato gli uomini di giustizia di Milano dalla forzatura del contenuto dell’Iphone.
“Apple non ci consente di essere padroni del telefono e di avere a disposizione tutti i dati” sono state le parole il perito.
SOLUZIONE ALL’ITALIANA – Mentre in America la decisione dell’azienda di Cupertino diventa un caso politico e nazionale, perchè ci sono le primarie che porteranno alle elezioni per il nuovo presidente e ognuno vuole specularci sopra (Donald Trump ha invitato a boicottare la Apple attraverso un messaggio mandato dal suo Iphone…) in Italia la questione è stata più semplice: poiché il sistema operativo di Alexander è più vecchio e quindi meno sicuro, è stato dato incarico ad una azienda israeliana esperta in hackeraggi di crackarlo e consegnare il contenuto alla giustizia italiana. Dalle prime ricostruzioni, si parla della presa visione di filmati di puro sadismo, che mostrerebbero come la coppia dell’acido amasse la violenza e quanto lo sfregio fatto a Pietro Barbini potesse quasi essere incline con la loro natura. Dal cellulare sono anche emerse foto e chat che ora saranno al vaglio della giustizia italiana, ma tra l’America e il Bel Paese parte una domanda che sarà decisiva nel futuro: cosa scegliere tra libertà e privacy?