> > Apre Starbucks a Milano, cosa ne pensano gli italiani

Apre Starbucks a Milano, cosa ne pensano gli italiani

Starbucks apre a Milano

In via Cordusio 3, a Milano, ha aperto la terza Reserve Rostery di Starbucks. Il giorno dell'apertura la coda per entrare superava i 150 metri.

Dopo l’inaugurazione di giovedì 6 settembre, finalmente venerdì 7 settembre 2018 la Reserve Rostery di Starbucks in via Cordusio 3 a Milano ha aperto al pubblico. L’entusiasmo dei milanesi si è fatto notare: già nella mattinata la coda per poter accedere al locale superava la filiale Regionale Lombardia di Banca Italia in via Cordusio, più di 150 metri di coda. In un servizio esclusivo Notizie.it ha cercato di capire cosa i milanesi e gli italiani pensano del debutto della catena americana nella città della moda e della finanza italiana.

Apre Starbucks, i milanesi in fila per entrare

In questi giorni sono state tante le polemiche che hanno accompagnato l’apertura della Reserve Rostery di Starbucks a Milano: fanno discutere i prezzi e la qualità del caffè. Un espresso da Strabucks infatti costa 1,80 €, un caffé americano 3,50 € e un cappuccino 4,50 €; una differenza non da poco per chi è abituato ai prezzi dei bar italiani. Altro tema fonte di dibattito è la qualità del caffè: il caffè americano può entrare in competizione con l’espresso italiano o gareggiano su due livelli diversi?

Chi si è messo in fila per riuscire a entrare il primo giorno di apertura non dà credito alle polemiche e afferma che “è positivo che Starbucks abbia deciso di investire in Italia nonostante il mercato italiano del caffè sia più complicato rispetto a quella di altri stati”, facendo notare che “i prezzi più alti qua salvaguarderanno i nostri bar”, che potranno continuare a proporre il caffè espresso all’italiana ai prezzi a cui siamo abituati.

Anche riguardo alla qualità arrivano smentite da chi trepida per riuscire a entrare e ordinare il suo primo caffè da Starbucks: “c’è una torrefazione, c’è una ricerca nella qualità del caffè“, “il caffè viene tostato presso questa sede, la tostatrice è una Scolari quindi italiana”. Si tratta quindi di un semplice pregiudizio quello secondo cui la qualità del caffè americano sia inferiore? Secondo alcuni sì: “dire che siccome la società è americana, il caffè è americano, la qualità è necessariamente inferiore è polemica inutile“.

Le polemiche

Nonostante l’entusiasmo non manca chi è andato in piazza Cordusio per capire cosa stesse accadendo, ma non è convinto di questa novità sul mercato italiano: “non so se gli italiani lo possono apprezzare“, “la differenza di prezzi è esagerata, penso sia un prezzo di moda, anche loro si dovranno adeguare ai prezzi italiani”.