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“Aprire è un obiettivo, un dovere e una necessità”, Salvini ne è sicuro e traccia la sua rotta

Il leader leghista sulle riaperture

“Aprire è un obiettivo, un dovere e una necessità”, Salvini ne è sicuro: il leader leghista disegna il quadro delle necessità e degli ambiti di ripartenza

“Aprire è un obiettivo, un dovere e una necessità”, Matteo Salvini ne è sicuro ma chiede che a queste azioni si sommi una precisa azione economica dell’esecutivo per rimborsi economici quanto mai necessari. Lo ha spiegato ad Adnkronos. L’esordio di Salvini è però tutto per la necessità di riaprire e “tornare a vivere. Tornare a vivere all’aria aperta, a lavorare nel negozio di famiglia, a bere un caffè al bar o mangiare una pizza la sera al ristorante. Tornare ad uscire dal liceo alla quinta ora per andare a casa della morosa a studiare, ad andare un’ora in palestra o il sabato a teatro. A spingere la figlia sull’altalena al parco o tifare la propria squadra in tribuna. E a salutare i nonni (per ora senza abbracci) dopo mesi di sorrisi solo dai balconi. Correndo con il piano vaccinale, obiettivo 500.000 cure al giorno, senza nessun rimpianto per Arcuri ma ringraziando Figliuolo e Bertolaso”.

“Aprire è un obiettivo”, ma con un Maxi Decreto

E la corsa che indica Salvini è corsa in cui il governo deve mettere lo “zampino benefico” di un Maxi Decreto. “Correndo per un Maxi Decreto che preveda rimborsi economici importanti e abbondanti per chi ha perso tanto, a volte tutto, ma resiste. Correndo per liberare i 100 milioni del Fondo Anti-Usura non utilizzati, per burocrazia o incapacità di chi c’era prima. Correndo per sbloccare cantieri e creare lavoro. Tutto questo sarà possibile però solo grazie ad un popolo rispettoso e generoso, un popolo forte che è arrivato al limite della sopportazione”.

Non solo covid, ma anche quel che covid fa alle menti

E il leader leghista disegna un quadro dove la necessità di domare covid con una campagna vaccinale speed non deve far ignorare le altre urgenze sanitarie. E prima fra tutte è quella del disagio psichico che la pandemia ha incentivato in maniera clamorosa. “Il Covid ha fatto oltre 100.000 morti, ma tutte le altre malattie non si sono certo fermate, anzi quelle psichiatriche stanno facendo danni irreparabili, sconvolgendo menti di adulti e soprattutto ragazzi. Curare, lavorare, vivere. In una parola rinascere e amare. Anche in questi giorni di Santa Pasqua, l’obiettivo del lavoro è solo questo”.