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"Area Draghi": cosa prevede il progetto politico di Matteo Renzi

Inchiesta Fondazione Open Renzi

Matteo Renzi ha un nuovo progetto politico che prevede la costituzione di una cosiddetta "area Draghi" che possa fare da spartiacque tra destra e sinistra.

Matteo Renzi ha in mente la costituzione di una cosiddetta “area Draghi“, un partito liberal-progressista che unisca i centristi sul modello di En Marche di Macron: vediamo in cosa consiste il progetto e quali forze politiche comprenderebbe.

“Area Draghi”: il progetto di Renzi

La nuova formazione politica potrebbe partire da Italia Viva e Italia al Centro di Toti per poi unire centristi di varia estrazione, da Azione di Calenda, +Europa di Bonino e Coraggio Italia di Brugnaro fino a Centro democratico di Tabacci e parte di (o l’intera) Forza Italia. Il partito, che in un’intervista al Corriere della Sera Renzi ha definito “sano contenitore riformatore“, secondo lui potrebbe “andare facilmente a doppia cifra” e fare da spartiacque tra destra e sinistra.

Se le elezioni politiche del 2023 non dovessero delineare un vincitore potrebbe porsi come ago della bilancia per un nuovo “governo del presidente“. Un’ipotesi che per il senatore fiorentino è tutt’altro che azzardata, anche se al momento è prematuro parlarne. “Se l’esecutivo Draghi non darà risposte concrete a quello che l’ad di JPMorgan chiama ‘un uragano in arrivo’, riferendosi ad una tempesta economica di rara gravità, il governo di domani sarà saldamente nelle mani dei populisti“, ha aggiunto manifestando la necessità di governare bene e, solo dopo, pensare ad “un tetto comune agli anti populisti e una maggioranza 2023-2028 capace di mettere mano alle riforme“.

Renzi: “Governo non a rischio”

Il leader di Italia Viva si è infine detto convinto che l’attuale esecutivo non sia a rischio e che le tensioni siano “tutta scena che serve ai grillini per racimolare visibilità e qualche decimale nei sondaggi“. Proprio al numero uno del M5S ha suggerito di chiamare Di Maio e, “se pensa stia sbagliando sulla politica estera, chiedergli di dimettersi“.