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Incidente ad Arezzo, figlio autistico fuori pericolo assiste alla morte tragica dei genitori

ambulanza

Il figlio 25enne autistico ha assistito al pauroso incidente seduto nei sedili posteriori dell'auto: attimi paurosi che non dimenticherà mai

Il terribile incidente è avvenuto in una rotatoria di Arezzo e ha visto coinvolte una Porsche e una Skoda su cui viaggiava una famiglia. Il papà era al volante, mentre nei sedili dietro c’erano la mamma e il figlio della coppia, un ragazzo autistico di 25 anni. I tre stavano tornando da Agazzi, il luogo dove il giovane era seguito per migliorare le condizioni della sua patologia. Il figlio, l’unico presente nella macchina ad essersi salvato, è fuori pericolo, ma ha vissuto un vero e proprio incubo.

Incidente ad Arezzo: genitori perdono la vita davanti agli occhi del figlio

Il giovane ha visto tutto, ma non ha potuto fare niente per intervenire. È avvenuta in pochi attimi la tragedia che ha sconvolto la sua famiglia: la Porsche e la Skoda si sono scontrate frontalmente ad alta velocità e l’impatto è stato violentissimo. Ha anche provato una frenata disperata il 56enne Francesco Diana, l’uomo alla guida dell’utilitaria, ma niente ha potuto fare per evitare l’inevitabile. Francesco avrebbe fatto di tutto per salvaguardare la sua vita e quella dell’amata moglie, la 50enne Gianna Mori, seduta in quel momento sui sedili posteriori dell’auto insieme al loro figlio 25enne. Purtroppo, però, è accaduto il disastro.

L’intervento dei soccorsi e il decesso dei genitori

Sul posto sono immediatamente giunte diverse ambulanze del 118, con i medici che hanno trasportato Gianna all’ospedale di Careggi (Firenze), luogo dove la donna è morta qualche ora dopo l’incidente. Ha resistito ancora meno il marito, scomparso durante il trasferimento in ospedale. Domani, domenica 14 Maggio, saranno celebrati nella chiesa di Santa Maria Nuova a Terranuova i funerali della coppia. Il ragazzo, invece, si è salvato, ma ad un prezzo altissimo. Dovrà ora proseguire la sua vita rinunciando alle due persone che per lui ci sono sempre state e che hanno dato il massimo per aiutarlo, nonostante la patologia, a rafforzare la sua autonomia e le sue potenzialità.