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"Armisanti! Vite mafiose e morti ordinarie": il podcast

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Roma, 10 apr. (askanews) - Le vite di 4 persone comuni si incrociano con quelle di 5 boss di Cosa Nostra: Bernardo Provenzano, Tommaso Buscetta, Gerlando Alberti jr, Matteo Messina Denaro e Antonino Madonia. Ad avere la peggio, i quattro innocenti, travolti da un destino macabro che li trasforma i...

Roma, 10 apr. (askanews) – Le vite di 4 persone comuni si incrociano con quelle di 5 boss di Cosa Nostra: Bernardo Provenzano, Tommaso Buscetta, Gerlando Alberti jr, Matteo Messina Denaro e Antonino Madonia. Ad avere la peggio, i quattro innocenti, travolti da un destino macabro che li trasforma in “Armisanti” (in siciliano, anime sante), intrappolate in un limbo, in attesa di giustizia.

Nove episodi da 40 minuti per ricostruire e approfondire le vicende e gli omertosi segreti che si celano dietro a quattro casi simbolo delle spietate logiche con cui ha agito la mafia in Sicilia. Si intitola: “Armisanti! Vite mafiose e morti ordinarie”, il primo podcast di inchiesta di Gaetano Pecoraro prodotto da Audible. Un’inchiesta inedita legata alla mafia con interviste esclusive alle famiglie delle vittime.

Spiega lo stesso autore: “Armisanti è un vecchio culto popolare siciliano di cui ancora oggi c’è qualche traccia. Erano le anime sante del purgatorio, chiaramente un culto molto controverso: come si fa a definire anime sante, anime del purgatorio? Erano anime in carne ed ossa, anime che in attesa di andare nell’aldilà per i peccati e i crimini commessi restavano intrappolate sulla terra ed erano proprio queste che venivano invocate da persone comuni nel caso in cui si trovassero in situazioni di difficoltà: una rapina, o addirittura casi di impiccagione. Potevano essere anche dei poco di buono, anche dei mafiosi”.

Intreccio tra boss mafiosi e storie di vita ordinaria: “Nel mio racconto le anime sante, cercando di provocare e riflettere su questo culto, potrebbero essere anche i mafiosi. In questi nove racconti, questo culto viene ribaltato e le anime sante diventano le persone che sono cadute vittima per un tragico scherzo del destino proprio dei violenti, dei malfattori, attraverso il ribaltamento del culto siciliano che dice tanto di questa terra: si dà voce a storie che non si sa per quale motivo sono considerate minori. Tutti conosciamo la storia di magistrati, di politici, di persone dello Stato. Delle storie di persone comuni invece nessuno si occupa, ma ci fanno capire come la mafia possa entrare nella vita di tutti noi”.