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Arrestati 5 bambini a Mosca: protestavano con dei cartelli davanti all'ambasciata ucraina

Arrestati bambini a Mosca

Cinque bambini che esponevano dei manifesti contro la guerra sono stati arrestati a Mosca e rilasciati dopo due ore.

A Mosca 5 bambini sono stati arrestati dalla polizia perchè intenti a manifestare contro la guerra in Ucraina. Stando a quanto riportato da Fanpage, i minori – di età compresa tra i 7 e gli 11 anni – si sarebbero recati con le madri davanti all’Ambasciata ucraina per deporre dei fiori e con in mano dei cartelli di protesta contro il conflitto.

Arrestati 5 bambini a Mosca

Sofia Gladkova, Lisa Gladkova, Gosha Petrov, Matviy Petrov, e David Petrov, questi i nomi dei 5 bambini arrestati a Mosca. I piccoli sarebbero stati fermati dalle forze dell’ordine per poi essere trasportati su un furgone nella stazione di polizia di Presnenske dove sono stati identificati insieme alle mamme e rilasciati dopo più di due ore. I cellulari delle mamme dei bambini sarebbero stati confiscati.

Arrestati 5 bambini a Mosca, protestavano contro la guerra

Il pugno duro della Russia di Putin contro i manifestanti non eslude dunque neanche i bambini. Gli scatti dei minori arrestati sono stati condivisi su Twitter da Ilya Yashin, membro dell’opposizione russa, che ha fortemente criticato l’accaduto scrivendo: “Nulla di strano in queste foto. Sono solo bambini fermati per un poster contro la guerra. Questa è la Russia di Putin, ragazzi”.

Bambini arrestati a Mosca: avevano cartelli contro la guerra

Lo stesso Yashin afferma che l’arresto dei bambini verrà usato dalla propaganda del Cremlino per dare la colpa ai genitori e disincitevare in questo modo le proteste. “A molte generazioni nel nostro paese – prosegue il rappresentante dell’opposizione russa – è stato insegnato a scuola che non c’è niente di peggiore della guerra, e il valore più importante è la pace. Ricordo benissimo come nella mia scuola nativa Tushin N172 disegnavamo cartelli contro la guerra per poi appenderli. Che dei bambini siano contro la guerra – conclude – è dannatamente normale”.