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Arrestato per l’omicidio della moglie, l’appello del figlio

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Arrestato il cittadino ecuadoregno che ha ucciso la moglie nel quartiere genovese di Certosa. Il figlio aveva fatto un appello a “Chi l’ha visto?”.

Era stato intervistato a “Chi l’ha visto?” Napoleone Pareja Gamboa, il figlio di Jenny Angela Reyes Coello, la donna ecuadoregna di 46 anni residente nel quartiere di Certosa, a Genova, il cui omicidio è stato confessato dal marito Javier Napoleon, 52 anni, che dopo ore di fuga è stato individuato mentre vagava per le strade del capoluogo ligure ed arrestato. Il ragazzo, davanti alle telecamere, chiedeva aiuto per ritrovarlo, e a lui di farsi vivo, perchè temeva per la sua vita.

Il racconto del ragazzo

Napoleone aveva descritto sua madre come una “una brava donna”, con cui aveva un buon rapporto. Aveva parlato bene anche del padre, reo confesso di averla uccisa, perchè con lui, l’uomo si era sempre comportato in maniera “esemplare”, dice il ragazzo, ed entrambi i genitori non gli avevano “mai fatto mancare nulla”. “E’ sempre stato un brav’uomo – aveva affermato il figlio – Con me, almeno, è sempre stato una brava persona”, facendo intendere che con la moglie non lo era stato.

Il ragazzo

Poco prima della tragedia, il ragazzo – che in quel momento non era in casa – aveva sentito i genitori: aveva parlato con la madre e aveva chiesto di parlare con il padre. Sembrava che fosse tutto a posto, ma ad un certo punto si era interrotta la comunicazione, poi Napoleone non aveva più sentito mamma e papà.

La coppia

Secondo il ragazzo, il padre non è una persona capace di uccidere la moglie ma, pur dicendosi dispiaciuto, al microfono di un’inviata di “Chi l’ha visto?” aveva affermato che il fatto che questi scomparso, non deponesse certo a suo favore. In ogni caso lo aveva pregato, trattenendo le lacrime, di “farsi vedere”, dicendo di sperare che stesse bene, perchè temeva che avesse potuto togliersi la vita e quindi di aver perso entrambi i genitori. Inoltre Napoleone gli aveva chiesto di non fare soffrire la famiglia che gli rimane. Per quanto lo riguardava, non sapeva dove cercarlo, da chi andare, per rintracciarlo.

Aveva ammesso che i genitori erano in pessimi rapporti: il padre era appena tornato dall’Ecuador e prima ancora era andato in Spagna da solo. Moglie e figlio gli dicevano di non tornare, avevano paura che succedesse “quello che è successo”. E per quattro volte il ragazzo aveva pure ammesso che sì, il padre aveva avuto “atteggiamenti violenti” con lei.

La vicenda

Angela Jenny Reyes Coello è stata trovata morta Domenica 8 aprile nel suo appartamento in via Fillak. E’ stata colpita al cuore con una coltellata. Il marito era rientrato pochi giorni fa dall’Ecuador ed aveva agito.

Jenny Angela

L’appello Facebook della famiglia della vittima

La famiglia della donna uccisa era da subito convinta che fosse stato Pareja Gamboa ad uccidere Jenny Angela e su Facebook aveva scritto un appello in spagnolo dicendo di essere alla ricerca di “questo assassino”, chiedendo a chi riuscisse a trovarlo, di chiamare la polizia in Spagna – dove avrebbe potuto rifugiarsi, visto che ci era già stato – o in Italia.

L'appello via Facebook

La madre della vittima ha riferito che il genero picchiava sua figlia – la quale però non l’aveva mai denunciato per timore che facesse di peggio – e, giunta alla camera mortuaria dell’Ospedale San Marino di Genova, dove è stato portato il cadavere, la signora ha avuto un malore, dovendo essere accompagnata al Pronto Soccorso.

La fuga dell’uomo

Pareja Gamboa era irreperibile dal pomeriggio di Lunedì 9 aprile e i suoi due telefonini risultavano spenti. Non aveva ancora disfatto le valigie che aveva portato in casa della moglie al proprio rientro dall’Ecuador, al cui interno c’erano il passaporto e i documenti di identità. Era ricercato in tutta Italia, inclusi porti, aeroporti e stazioni ferroviarie e la sua fotografia era stata diffusa in ogni dove.