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Arrestato per truffa il genero di Totò Riina: sconterà 6 mesi ai domiciliari

Riina

Antonio Ciavarello, genero di Totò Riina, è stato arrestato stamane a condannato a 6 medi di domiciliari per truffa. L'arresto è avvenuto in Puglia.

Antonio “Tony” Ciavarello, 44enne palermitano, è il genero dell’ex capo mafioso Totò Riina. Stamattina gli uomini della stazione dei Carabinieri di San Pancrazio Salentino (Puglia) lo hanno arrestato. Per lui l’accusa è di truffa, compiuta nel 2009 a Termini Imerese, località vicino Palermo. Sconterà la pena a San Pancrazio Salentino, dove vive con la moglie. Già noto alle cronache, quando un provvedimento interessò in estate alcune sue aziende. Aziende che vennero poste sotto i sigilli delle forze dell’ordine. Insieme a queste vennero allora sequestrati anche i beni e i conti correnti dei suoi familiari.

Ultimo episodio che lo vide protagonista fu in occasione dei funerali di Totò Riina, suo suocero. In quella occasione al centro dell’interesse fu una foto di Riina listata lutto. La foto aveva raccolto un ingente numero di messaggi di cordoglio da tutta Italia e dall’estero. Parecchi provenienti dagli stessi compaesani dell’uomo. Il post venne poi segnalato e scomparve. Incredibile fu la bufera sui social attorno a questo singolo post. Alla fine il post venne ripubblicato da FB con tanto di scuse. La scusa ufficiale è che il post era stato cancellato per un errore tecnico.

La truffa del genero di Riina

A San Pancrazio Salentino pare che Ciavarello si fosse costruito una vita e un’attività lontana dalle attività criminose del suocero. Possiede infatti una ditta di autoricambi. Vive una vita di basso profilo, anche se la fama della sua parentela è conosciuta nel paese dove vive da diversi anni. Il tutto è iniziato ad andare male quando la Dda pugliese ha deciso di sequestrare i beni dell’uomo per il valore di quasi 1,5 milioni di euro. Tra i beni sequestrati sono spuntate tre società sorte dal nulla e fisicamente non reperibili: la Clawstek srl, la Rigenertek srl e la Ac Service srl. Le prime due con sede a San Pancrazio Salentino, la terza invece avente sede a Lecce. Legate a queste vi erano circa 16 conti correnti personali dell’uomo e dei familiari. Presenti anche due depositi postali, due depositi titolo e due depositi risparmi. Un vero e proprio tesoretto secondo gli inquirenti. Beni che secondo gli inquirenti appartengono in parte all’associazione mafiosa di Cosa Nostra.

Grazie alla mole di dati raccolta, gli investigatori del Ros hanno potuto constatare il versamento della somma di 136 euro versati tra il 2003 e il 2010 dal Ciavarello. Una parte di questi sono stati versati in un conto della Mps. Per correre ai ripari il Ciavarello lanciò un appello su “collettiamo” per arginare le spese. Viene rimarcata la sua condizione di “perguitato“. Furiosa la reazione della moglie di Ciavarello, Maria Concetta Riina, che la persecuzione subita dallo Stato contro di lei e la sua famiglia. Tutto questo accade pochi giorni dall’arresto del figlio Giuseppe Salvatore Riina, anch’egli posto agli arresti domiciliari a Padova per aver violato il coprifuoco e le restrizioni imposte dal Tribunale.