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Arresto Matteo Messina Denaro: come i carabinieri sono arrivati a lui

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Il generale dei Carabinieri, Pasquale Angelosanto, ha spiegato nei dettagli come lunedì mattina sono arrivati a Matteo Messina Denaro.

Matteo Messina Denaro è stato arrestato dopo 30 anni di latitanza: ecco come i Carabinieri sono arrivati a lui e come sono riusciti a braccarlo.

La cattura di Matteo Messina Denaro

Matteo Messina Denaro è stato catturato mentre si trovava nella clinica “La Maddalena” di Palermo. La pista giusta è stata imboccata qualche mese fa. «Grazie a indagini e intercettazioni sapevamo di quali patologie soffriva Messina Denaro e abbiamo fatto partire le verifiche», ha spiegato Pasquale Angelosanto, comandante del Ros.

Il 29 dicembre Messina Denaro, nei panni di finto Bonafede, aveva prenotato una visita per il 16 gennaio.

«Ci siamo preparati per intervenire. Il soggetto corrispondeva anche perché appartenente a una famiglia mafiosa vicina al padre di Matteo Messina Denaro, ma c’era un’anomalia evidente. Quando aveva l’appuntamento fissato spesso era da un’altra parte. Il suo telefonino si trovava a Campobello. E questo è successo anche lunedì scorso. Poco prima della visita il vero Andrea Bonafede era a casa sua».

I sospetti e le intercettazioni telefoniche

I sospetti su una falsa identità del superboss da parte del corpo dei Carabinieri era insediati ormai da mesi:

«Ci eravamo insospettiti perché in determinati momenti i suoi familiari avevano comportamenti anomali. All’improvviso annullavano impegni già presi, spegnevano i telefoni, diventavano irrintracciabili e dunque abbiamo pensato che questo potesse accadere in occasione di interventi chirurgici o comunque di cure mediche particolari. A quel punto ci siamo concentrati sui database sanitari e siamo andati su obiettivi mirati».