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Assalto alla Cgil di Roma e primo round procedurale fra Procura ed arrestati, quei Roberto Fiore e Giuliano Castellino che nei verbali depositati spiegano: “Eravamo autorizzati e abbiamo portato via gli esagitati”. La giornata del prossimo 26 ottobre sarà cruciale per le misure di cautela applicate a seguito delle violenze presso la sede della Cgil nazionale dello scorso 9 ottobre.
Assalto alla Cgil, Fiore, Castellino e la versione “boy scout” dei fatti del 9 ottobre
Perché? Perché la parola passerà al Tribunale del Riesame, che non deciderà affatto, come scritto da molti, “quanto sia solida l’accusa di devastazione e saccheggio nei confronti dei leader di Forza nuova”, ma solo in ordine alla applicabilità o meno delle misure di cautela nelle more della verifica di quella solidità che appartiene ad altri step di procedura.
Arrivano al Riesame gli arresti per l’assalto alla Cgil, Fiore e Castellino dicono la loro
Insomma non si entrerà nel merito di ciò che è contestato, ma si valuterò se i tre pericoli sulla scorta dei quali si limita una libertà di una persona nel caso di Fiore, Castellino ed Aronica esistevano. Sono fuga, reiterazione del reato ed inquinamento delle prove. E dagli atti depositati per questo step emergono alcune dichiarazioni degli arrestati che “ammuinano” il merito.
Imbarazzo per il Viminale sull’assalto alla Cgil, Fiore e Castellino dicono che la manifestazione era autorizzata
Sono dichiarazioni che addirittura sconfesserebbero la linea dei Viminale e Questura, perché? Perché tutti dicono che la manifestazione non era illegale e che era stata autorizzata dalla polizia, polizia che guidava il corteo spiegando dove andare. In più in quegli atti ci sarebbero attestazioni in cui gli indagati sostengono di aver “isolato i violenti” e di aver “impedito” che entrassero nella sede della Cgil. Addirittura che ad assalto iniziato essi stessi avrebbero fatto “in modo che i manifestanti uscissero più rapidamente possibile”. Poi una chiosa tutta da verificare: gli indagati dicono che Forza nuova è sciolta e che non agisce più come partito politico da un anno, il che casserebbe o ammorbidirebbe la matrice politica ed apologeta della presunzione di reato. Insomma, il gioco di strategia che gioco non è è cominciato.