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Assenteismo all'ospedale di Caserta: spaccatura tra i sindacati

Assenteismo

Assenteismo a Caserta. I dipendenti della Gesap (azienda sanitaria locale) risultavano presenti in luoghi di lavoro che probabilmente non hanno mai visto in vita loro. I fatti sono stati portati alla luce in questi giorni grazie ad alcune intercettazioni telefoniche tra Carmine Iovine e i sindacali...

Assenteismo a Caserta. I dipendenti della Gesap (azienda sanitaria locale) risultavano presenti in luoghi di lavoro che probabilmente non hanno mai visto in vita loro. I fatti sono stati portati alla luce in questi giorni grazie ad alcune intercettazioni telefoniche tra Carmine Iovine e i sindacalisti di Cgil e Cisl, rispettivamente Antonio Ventriglia e Santo Servidio.

Nelle telefonate i due sindacalisti si lamentano del sindacalista della Uil dichiarando che dei 126 lavoratori previsti durante la gara di appalto (fattore decisivo per la vincita della gara) era solo scena, visto che realmente ce ne sono molti di meno.

Nell’elenco steso in seguito alle intercettazioni figurano nomi di personale addetto alle pulizie dell’ospedale, ma queste persone, molto probabilmente, non conoscono neanche la facciata dell’ospedale. Alcuni dipendenti della Gesap risultavano in servizio in luoghi in cui probabilmente loro non ci hanno mai messo piede.

Altra vicenda di assenteismo divertente quanto grave, è il caso della signora Maria Giovanna Russo, dipendente della Gesap che risulta però in maternità da 2 anni. Facendo un paio di conti basati sui quattro mesi prima del parto e sui tre mesi post-parto di maternità previsti per legge, capiamo che, anche se la signora fosse andata in contro a due maternità consecutive, ci sarebbero stati comunque due mesi di lavoro da rispettare. Ovviamente questo non è altro che un altro caso di assenteismo, infatti la cosa non è stata rispettata e la signora Russo ha goduto di 2 anni di maternità ingiustamente.

Come ultima chicca, c’è da esporre la vicenda del ragionier Piccolo, impiegato della Gesap. Una delle intercettazioni infatti, riguarda proprio il ragioniere e Carmine Iovine. Nella discussione emerge la richiesta che Iovine porge al ragioniere di “riordinare” un po la situazione per paura di conseguenze gravi. A tale richiesta, il Piccolo risponde rassicurando Iovine sulla cosa in quanto “il numero di dipendenti dichiarati al momento della gara è centoventisei, ma dopo se ne possono impiegare anche di meno, oppure possono essere sostituiti con macchine e attrezzature tecnologiche”.

Ovviamente la cosa non è assolutamente così visto che, per prima cosa il numero di dipendenti ha contribuito pienamente alla vincita della gara. Poi, per un eventuale modifica, c’è bisogno di avviare un procedimento che prevede che le due parti si riaccordino, senza però andare a modificare drasticamente la sostanza offerta al momento della gara.

Non c’è da stupirsi di una vicenda del genere. Ci sarebbe da stupirsi se la cosa fosse successa in Svizzera. Dove c’è continuamente giustizia e legalità, lì c’è da stupirsi se si presenta una vicenda simile, ma in paesi come il nostro, dove parole come “ingiustizia” e “illegalità” sono all’ordine del giorno, non c’è niente da stupirsi. E il Piccolo non è altro che uno dei tanti protagonisti furbi e rozzi di questa realtà basata su un sistema criminale che marcia su un’impunità che dura da molti anni e che incrementa il proprio potere. Più è forte, più non si può fermare. Più non si ferma, più diventa forte.