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Attentato Barcellona: la testimonianza di Alessio, 'sono vivo per miracolo'

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Alessio Stazi è sopravvissuto all'attentato di Barcellona, il suo drammatico racconto su facebook

“Sono vivo per miracolo”. E’ la testimonianza shock di un ragazzo di nome Alessio Stazi che si trovava proprio nell’area dell’orribile e drammmatico attacco terroristico avvenuto alle 17 di oggi a Barcellona. Il giovane si è sfogato su Facebook pochi minuti dopo che il furgone bianco è piombato sulla folla investendo decine di persone e provocando, bilancio ancora provvisorio, la morte di almeno 13 di loro, oltre ad una ventina di feriti. Alessio si trovava sulla Rambla e ha visto tutto con i suoi occhi, raccontando quei momenti concitati sui social network: “Sono vivo solo perché non sono riusciti ad ammazzarmi – ha scritto nel post sul social network – ma io ero lì nel mezzo, li ho visti, in pochi secondi ho visto uccidere non so quante persone di fronte ai miei occhi. Mi sono ritrovato chiuso in un sottoscala di un negozio e non so neanche come ci sono arrivato, non so dove sono i miei amici e non capisco ancora cosa cazzo sia successo. Amici di Barcellona scrivetemi qui per favore”.

Al post del ragazzo sono seguiti decine di commenti con molti amici del giovane preoccupati: “Il camion non mi ha preso perché sono saltato via”, ha confermato loro e ad un altro amico ha spiegato: “Bro, quando sei andato a mangiare io sono rimasto lì in mezzo”, riferendosi ad un altro giovane che era andato via da Plaça de Catalunya poco prima dell’attentato. Intanto la situazione a Barcellona resta di alta tensione: almeno un uomo, il presunto attentatore, si troverebbe barricato forse con ostaggi all’interno di un ristorante.

Poco fa il ragazzo ha pubblicato un altro post ancor più dettagliato

“Sono chiuso in un bar ad un paio di km dalla rambla, tutto si sta svolgendo a pochi metri da casa mia e per questo non posso tornare a casa ed ho poca batteria per rispondere a telefonate e messaggi. È stato terribile. É stato terribile percepire di essere nel mirino, puntato dal camion, é stato terribile vedere persone colpite volare via di fronte a me, é stato terribile scappare via con la paura di essere uccisi, é stato terribile chiudersi in un negozio pensando che se gli attentatori lo avessero assaltato saremmo stati senza scampo. È terribile ora non capire cosa succede, non sapere da dove iniziare a chiamare tutti quelli che conoscono che vivono qui.

Al momento ho una rabbia infinita che non sa spiegare come si possa attentare così alla vita umana; ma allo stesso tempo una rabbia infinita verso la polizia spagnola che sta sulla Rambla, precisamente quelle pattuglie, sempre pronte e presenti per una quantità infinita di stronzate: dal pischelletto che va in giro in bici sulla rambla, al turista che beve una bottiglia, al pakistano che vende selfiestick, quello che tira la cartaccia, al ragazzo di colore che non può vendere un paio di scarpe come se fosse un crimine… e quando si tratta di fermare un camion che investe chiunque non c’è stato un poliziotto che lo ha fermato all’inizio della rambla o abbia sparato un solo colpo prima che iniziasse ad investire gente. Uno shock”.

Altre testimonianze drammatiche di ragazzi italiani che hanno assistito all’attacco

Chiara, una ragazza italiana, ha assistito al terribile attacco ed è riuscita a mettersi al riparo in un negozio della Rambla. All’Ansa ha raccontato: “Io ero in un negozio, le altre 4 persone che erano con me si sono trovate dietro il furgone che andava addosso alla gente nella zona pedonale. La folla correva. Adesso non ci fanno uscire, sentiamo che fuori c’è la polizia, ma da qui non vediamo niente. Ci stanno portando al piano inferiore del negozio”. Almeno 600 persone sono rimaste bloccate per decine di minuti nei ristoranti prossimi all’area nella quale il furgone è piombato sulla folla, come riferito dal Guardian che cita la portavoce di una catena di una decina di locali della zona. Uno studente italian che vive a Barcellona, Luca Terracciano, racconta: “Ho visto almeno tre o quattro persone a terra, un poliziotto con una persona in braccio e tutti che correvano, urlavano, piangevano. Io arrivavo in bici da un vicolo laterale e quando sono giunto sulla Rambla ho visto questa scena di terrore”. Il ragazzo ha confermato di aver visto “molti poliziotti sulla Ramb,a chinati su persone a terra. Gli agenti ci hanno urlato di allontanarci immediatamente, e molti di loro imbracciavano le armi. C’era una situazione di panico generale. Le persone che come me sono fuggite si sono rifugiate nei negozi laterali, che subito hanno abbassato le serrande. Poi la rambla è stata chiusa e non è più stato possibile avvicinarsi”.