> > Attentato Rambla, Chemlal collabora: "Puntavamo ai simboli di Barcellona"

Attentato Rambla, Chemlal collabora: "Puntavamo ai simboli di Barcellona"

Chemlal

Uno dei quattro attentatori della strage di Barcellona, Chemlal, ha deciso di collaborare con le autorità, fornendo importanti dettagli sui piani dell'attacco.

Ancora aggiornamenti sull’attentato a Barcellona: uno dei quattro jiahidisti, il 21enne Mohamed Houli Chemlal, ha deciso di collaborare con le autorità, dopo essere stato rilasciato per mancanza di prove contro di lui.

La dichiarazioni di Chemlal

Secondo quanto riportato dai media, è stato proprio il giovane terrorista a permettere agli inquirenti di ricostruire i piani e l’identità degli altri soggetti appartenenti alla cellula terrorista, e soprattutto ha spiegato l’importanza del ruolo dell’imam Abdel Baki Essati. E’ stato anche confermato che gli attentatori stavano pianificando un’altra serie di attacchi ai luoghi più importanti di Barcellona, tra cui la basilica della Sagrada Familia.

Era proprio la Sagrada Familia il principale obiettivo, piano che poi è variato a causa dell’esplosione del covo dove stavano preparando il materiale esplosivo. Per questo motivo è finita la Rambla sotto attacco. Il racconto e le importanti dichiarazioni di Chemlal sono state raccolte dai magistrati dell’Audencia Nacional.

Nonostante le ammissioni dell’attentatore, l’esito dell’udienza ha spiazzato tutti: solo per due dei quattro jiahidisti, Driss Oukabir e Mohamed Houli Chemlal, è stata confermata la custodia cautelare a tempo indeterminato. Il primo oggi ha cambiato versione dei fatti e ha dichiarato di aver affittato lui il furgone bianco della strage, ma per scopi diversi da quelli per cui è stato poi usato. Il secondo invece continua a collaborare con le autorità.

Per quanto riguarda invece Salah El Karib 34 anni, la custodia è stata temporaneamente prorogata di sole 72 ore, in modo che la polizia possa verificare i suoi legami con la cellula terrorista. Mohamed Aallaa, 27 anni, è stato invece scarcerato per mancanza di solidi indizi. Mohamed Aallaa risulta essere titolare dell’Audi sul quale viaggiavano i quattro terroristi, ma ai giudici ha raccontato che la vettura era intestata a lui per motivi legati all’assicurazione, ma che a usarla è stato il fratello.