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Aung Suu Kyi a Erdogan: fake news sui musulmani Rohingya

Rohingya in fuga

scambio di accuse tra il Myanmar e il resto del mondo sulla presunta pulizia etnica a danno dei musulmani di Rohingya, Secondo Aung San Suu Kyi sarebbero notizie false quelle che il presidente turco Erdogan ha divulgato, assicurando che il governo birmano sta proteggendo tutte le etnie del suo paese

Aung San Suu Kyi a Erdogan: fake news sui musulmani Rohingya

il Myanmar e i RohingyaRohingya in fuga

Sarebbero fake news sui musulamani Rohingya, quelle divulgate in questi giorni da Erdogan e da vari governi stranieri, che vedono il Myanmar impegnato in una sanguinosa pulizia etnica.

La Birmania è un paese che ha vissuto momenti molto tormentati

Dopo anni di dominio militare, dal 2015 il Myanmar è guidato dall’ ex generale Thein Sein. Il presidente si è dimesso dall’esercito per guidare da civile il Partito dell’Unione per la Solidarietà e lo Sviluppo. Alla sua elezione ha sicuramente influito la battaglia portata avanti negli anni da Aung San Suu Kyi . Nel 1991 la leader birmana fu insignita del premio Nobel per la pace. Da capo dell’opposizione, alla guida della Lega Nazionale per la Democrazia, ha vissuto anche la reclusione.

In questi giorni sta tenendo banco la notizia di una pulizia etnica in corso nel paese, a danno dei Rohingya. Secondo l’UNHCR, circa centoventicinquemila persone sono fuggite dalla Birmania verso il Bangladesh. La causa di tale esodo sarebbero i combattimenti in corso tra l’esercito regolare e i ribelli del nord ovest.

Fake news divulgate dai governi stranieri

Secondo gli organi di informazione locali, le forze di sicurezza del Myanmar non si fanno pregare per aprire il fuoco contro i profughi. I musulmani rohingya per evitare i sanguinosi scontri tra i regolari e i miliziani dell’ARSA (esercito Arakan) attraversano il fiume Naf, dove vengono falcidiati dalle raffiche esplose dai militari birmani.

Il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, si è dichiarato profondamente preoccupato per quanto sta accadendo. Ha quindi chiesto moderazione alle forze di sicurezza del paese, dopo che circa 400 persone sono morte nei violenti scontri.

La popolazione del Myanmar è uscita da un pesante periodo di sanzioni che furono imposte nel 1988 su richiesta degli Stati Uniti. Sempre gli USA nel 2015 hanno chiesto la rimozione delle sanzioni, in seguito alla vittoria elettorale del partito di Aung San Suu Ky. Ora sono gli stessi americani a esprimere il loro severo monito, invitando l’esercito al rispetto della legge e dei diritti civili.

Una ferma condanna per la pulizia etnica in corso, è arrivata anche dall’ altro premio Nobel Malala Yousafzai. L’ attivista pakistana musulmana ha accusato la signora Aung San Suu Kyi di ignorare volutamente la pulizia etnica in corso.

Parole dello stesso tenore sono state pronunciate anche dal presidente turco Erdogan. Il presidente turco ha dichiarato che invierà il suo personale diplomatico al confine con il Bangladesh. Lo stesso ha ribadito come la violenza nei confronti dei musulmani Rohingya, costituisca genocidio.

La leader Birmana ha rotto il silenzio sulla questione

Sappiamo molto bene, meglio della maggior parte delle persone, ciò che significa essere privati del rispetto dei diritti umani e della protezione garantita dalla democrazia”

Nel prosieguo della telefonata Aung San Suu Kyi ha denunciato l’esistenza di fotonotizie false. Secondo lei tali fake news sono solo la punta di un iceberg di disinformazione calcolato. Lo scopo di tali fake news sarebbe quello di creare dissidi tra diverse comunità, per favorire gli interessi dei terroristi.

L’ultimo scontro, scoppiato il 25 agosto, sarebbe stato innescato da un attacco dei miliziani contro la polizia, che ha scatenato la controffensiva.

In seguito alla controffensiva, numerosi rohingya avrebbero attraversato il confine. La situazione di questa minoranza è aggravata ulteriormente dalle mine che sono sparse lungo il confine dal governo del Myanmar.