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Autostrade, nel 2018 si pagherà di più: i dettagli

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Autostrade, nel 2018 si pagherà di più: aumenti su tutti i pedaggi della rete autostradale italiana, in base alle competenze

Autostrade, dal primo gennaio 2018 i pedaggi aumenteranno: prezzi in ascesa fino al 13% ai caselli autostradali con sorprese per tutti gli automobilisti che si metteranno in viaggio per l’ultimo dell’anno, ma anche per coloro che useranno l’autostrada negli periodi seguenti. Il rincaro sui costi autostradali, che toccherà il 13%, sarà attivo in tutta Italia, anche se con prezzi diversi: la zona più colpita dal rincaro sarà il Sud in cui i picchi toccheranno il 13%; la Rete di Autostrade per l’Italia, invece, l’aumento sarà dell’1,51%.

Autostrade, aumenti in arrivo

Il 2018 sarà l’anno degli aumenti. Previsti, su tutta la rete autostradale italiane, aumenti sui pedaggi che, in alcune zone come al Sud, arriveranno a toccare anche il 13% in più rispetto alle tariffe standard. Gli aumenti saranno attivi dal 1 gennaio 2018 e resteranno invariati nel corso dell’anno: particolarmente colpito sarà il Sud Italia dove i rialzi saranno del 13%; mentre sulla Rete Autostradale Italiana ci saranno aumenti pari all’1,51%. Aumenti su tutti i fronti in Italia, in un 2018 che non sembra iniziare nel migliore dei modi: non solo acqua, luce e gas ma anche pedaggi autostradali.

L’aumento dei pedaggi al casello delle autostrade varierà a seconda delle zone e dei tratti di competenza. Tutta la rete autostradale che attraversa l’Italia sarà interessata alle variazioni dei prezzi al casello, ma le tariffe saranno diverse: su Autostrade per l’Italia l’aumento sarà dell’1,51%, ma ci saranno cifre diverse in altre parti delle rete autostradale a seconda delle competenze. L’innalzamento dei prezzi è una conseguenza dell’inflazione reale e si basa sui dati dei nuovi investimenti che sono stati effettuati e che verranno effettuati sulle strade.

I dettagli dell’aumento

Le tariffe cambieranno a seconda delle competenze delle società che gestiscono le Autostrade. Nel Nord Italia, gestito a livello autostradale dal gruppo Sias, l’aumento sarà dello 3,02%. Questo aumento verrà applicato sui pedaggi dei caselli autostradali che riguardano l’A4 Torino-Milano; l’A21 Torino-Piacenza, la Viareggio-Lucca; la Sestri Levante-Livorno; la Savona-Ventimiglia; la Fornola-La Spezia; la SAV che collega Quincinetto ad Aosta; l’Autocamionale della Cisa; l’Asti-Cuneo; la Torino-Quincinetto; la tangenziale di Torino; la Torino-Pinerolo; la Ivrea-Santhià; la Torino-Bardonecchia; il traforo del Frejus; quello del Gran San Bernardo; la Brescia-Bergamo-Milano e la tangenziale esterna di Milano.

L’1,88% sarà l’aumento dei pedaggi che sarà imposto sulle Autovie Venete. Mentre in Sud Italia, nei tratti di competenza di Autostradale Meridionali, sarà registrato un aumento del 5,98%. Su alcune tratte l’aumento sarà del 13,9%: è il caso della Milano Serravalle; subito dopo c’è l’aumento del 12,89% della Strada dei Parchi che collega Roma a Teramo e che vedrà aumentare 2 euro per la percorrenza di 170 chilometri. In media su tutta le rete autostradale, che collega la Penisola, l’aumento sarà del 2,74%, con picchi in alcune zone dovute alle diverse competenze territoriali e alle società che gestiscono le autostrade. Un aumento che sta facendo molto discutere tra gli utenti dell’autostrada, in particolare i pendolari che sono costretti a fare lunghi tragitti per motivo di lavoro, e che alla fine dell’anno dovranno fare i conti con spese di gran lunga superiori alla media.