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Usa: avvelena l’amica con il collirio, la deruba e inscena un suicidio: 37enne a processo

Jessy Kurczewski

Avvelena l’amica con il collirio: in un primo momento la sua versione era stata accettata, poi la svolta nelle indagini e nel 2019 l'arresto

Avvelena l’amica con il collirio, poi la deruba e inscena il suicidio della vittima: la 37enne americana Jessy Kurczewski è a processo per quel macabro crimine avvenuto nel 2018. La donna è accusata di aver ucciso la sua amica nell’abitazione di quest’ultima in Wisconsin. Secondo gli atti della polizia confluiti in dibattimento Jessy aveva chiamato il numero di emergenza ed aveva riferito di aver trovato il cadavere dell’amica. La sua spiegazione per “imbeccare” gli operanti era stata che la donna soffriva di disturbi mentali e che si era suicidata.

Avvelena l’amica con il collirio: le versione del suicidio dopo il ritrovamento del cadavere

E quella versione della futura imputata era “passata” per molto tempo come congrua: vicino al cadavere della vittima la scientifica aveva rinvenuto psicofarmaci e medicine assortite. La svolta si era avuta con l’autopsia, svolta per certi versi clamorosa: nel corpo della vittima era presente una quantità clamorosamente alta, alta e letale, di tetraidrozolina. Cos’è? E’ l’ingrediente principale dei colliri. A quel punto fare due più due non era stato difficile: il collirio per sua natura si assume attraverso gli occhi, se la donna avesse avuto smanie suicidiarie aveva fior di farmaci con cui mettere in atto i suoi propositi, ergo qualcosa non quadrava.

Avvelena l’amica con il collirio: “L’ha bevuto lei da sola per ammazzarsi”

In un primo momento la Kurczewski aveva offerto le versione più ovvia: l’amica aveva bevuto intenzionalmente collirio per ammazzarsi, poi che proprio lei e su richiesta dell’amica le aveva consegnato sei bottiglie di collirio. Ma la vittima non aveva altre amicizie se non quella di Jessy, proprio la Jessy che, si sarebbe scoperto, le aveva sottratto circa 300mila dollari di risparmi. Di Jessy si diceva che fosse una frequentatrice di casinò. L’uso del veleno l’uso del veleno per fini criminali è purtroppo ancora un “must” delle cronache nere del pianeta, Italia inclusa.

Avvelena l’amica con il collirio: il gioco d’azzardo e la perizia decisiva

E la pista della ludopatia criminogena da sanare in quanto ad effetti aveva trovato un altro incastro quando la polizia aveva scoperto che la 37enne aveva il vizio del gioco e un mare di debiti. Nel gennaio 2019 la svolta: il rapporto tossicologico di un medico legale aveva evidenziato che l’avvelenamento da tetraidrozolina era stato graduale, il che ha schiuso alla Kurczewski le porte del carcere a luglio e l’ingresso in aula a metà 2020.