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Badanti e colf, costi più alti col decreto dignità

Badanti e colf, aumento dei costi in arrivo

L'Assindatcolf ha presentato una richiesta alle commissioni Finanza e Lavoro per escludere i lavoratori domestici dal provvedimento.

Tra le conseguenze del decreto dignità ci sarà anche un aumento dei costi di badanti, colf e baby sitter per le famiglie. La differenza potrebbe arrivare a 160 euro l’anno, un costo che, seppur non particolarmente elevato, diventa difficile da sostenere per chi deve già farsi carico di numerose altre spese, soprattutto nel caso di donne sole o famiglie monoreddito.

Cosa cambierà

L’aumento è una conseguenza del comma 2, articolo 3 del decreto dignità. L’articolo in questione regola il rinnovo dei contratti a tempo determinato. La nuova normativa prevede che a ogni rinnovo il datore di lavoro versi un contributo aggiuntivo dello 0.5%, che si va a sommare all’1.4% già stabilito. Il decreto esclude dall’aumento solo la pubblica amministrazione. Saranno colpite, invece, le famiglie che usufruiscono di lavoro domestico (generalmente per badare a bambini e anziani), che verranno trattate come se fossero aziende.

Le critiche di Assindatcolf

Proteste da parte dell’Assindatcolf, l’Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico. Il gruppo aderisce a Confedilizia e ha firmato un contratto collettivo per la regolamentazione del settore domestico, tra cui quello di colf e badanti. Il gruppo ha depositato un comunicato presso le commissioni Finanza e Lavoro che si occupano del decreto. La richiesta avanzata è che lavoratori domestici vengano esclusi dal provvedimento e che “la disposizione si applichi solo a chi fruisce anche di agevolazioni e non a chi assume personale domestico”.

“Parliamo di famiglie non di imprese”, continua il portavoce di Assindatcolf, “in particolare di donne, che a fronte di un welfare che taglia i servizi, per conciliare tempi di vita e di lavoro sono costrette a rinunciare alla carriera“. I costi per mantenere un lavoratore domestico sono estremamente elevati: 16mila euro l’anno per una badante, secondo i dati riportati dall’associazione.

Le proposte

Non solo critiche, ma anche proposte. L’Assindatcolf chiede “al governo e al Parlamento di intervenire su due fronti urgenti. Bisogna tornare a pianificare il lavoro regolare: serve un decreto flussi con quote dedicate al settore domestico”.

Il gruppo ha inoltre sottolineato le difficoltà a cui va incontro chi assume una badante o una baby sitter, dal momento che “le agevolazioni fiscali per chi ricorre a un regolare contratto sono pressoché inesistenti”. Tutto questo rende “incomprensibile e intollerabile” la decisione del governo. “Nel settore domestico”, continua il comunicato, “non esiste un problema di abuso dello strumento del contratto a tempo determinato che, al contrario, viene utilizzato in percentuale molto bassa rispetto a quello a indeterminato, dove è possibile licenziare senza giusta causa”.