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Bambino di 5 anni muore a scuola dopo essere andato in bagno: la ricostruzione

bambino

Tre anni fa un bambino sudafricano, Michael Komape, è morto dopo essersi recato in bagno nella scuola che frequentava a Mahlodumela.

Tre anni fa un bambino sudafricano, Michael Komape, è morto nella scuola che frequentava a Mahlodumela. Secondo le ricostruzioni di quanto avvenuto, è emerso che il piccolo aveva chiesto alla maestra di andare in bagno. Ci andò da solo, ma tardava a tornare. Tanto da destare prima l’attenzione e poi la preoccupazione da parte della stessa maestra. Per questo motivo, la professoressa decise di andare a cercarlo. Per poi fare la drammatica scoperta. Il bimbo era caduto nella latrina a testa in giù e morì soffocato. In questi giorni è iniziato il processo, con la scuola che è stata accusata di negligenza. L’istituto in cui è avvenuta la tragedia, però, non si vuole assumere alcuna responsabilità.

Morte bambino

Era il 2014, ovvero tre anni fa, quando Michael Komape, un bambino sudafricano di cinque anni, è morto nella sua scuola che frequentava a Mahlodumela. In base a quanto è emerso dalla ricostruzione dei fatti, il bimbo aveva chiesto alla maestra di andare in bagno. Ci andò da solo. Ma tardava a ritornare. Tanto da destare prima l’attenzione e poi la preoccupazione da parte della maestra stessa. Che per questo motivo ha deciso di andare a cercarlo. Ma una volta arrivata ai servizi igienici, la macabra scoperta. Il piccolo era caduto nella latrina a testa in giù e morì soffocato.

La situazione ha provocato fin da subito una reazione da parte delle maestre e degli altri rappresentati della scuola, che restarono immobili di fronte alla vista del corpo di Michael senza vita. Tanto che a tirare fuori il piccolo da quella situazione fu la mamma, accorsa immediatamente a scuola dopo essere stata avvertita di quella terribile tragedia. Nessuno si preoccupò di aiutare il bimbo. Magari provando in qualche modo a rianimarlo. Nessuno fece qualcosa. E questo scatenò l’ira da parte dei genitori.

Il processo

Per questo motivo, la mamma e il papà del povero Michael hanno deciso di fare causa alla scuola per negligenza. Ma l’istituto non vuole responsabilità, spiegando che tutto all’interno era completamente a norma di legge e che i danni causati nella struttura non fossero altro che derivati da atti di vandalismo. Sono passati tre anni e soltanto adesso si sta svolgendo il processo che deve stabilire chi è il vero responsabile di quella terribile tragedia.

La speranza è quella di riuscire a trovare un colpevole e che paghi. E’ questo quello a cui i coniugi Komape possono ambire. Pur consapevoli del fatto che mai nessuno gli potrà ridare indietro loro figlio, morto prematuramente in circostanza ancora tutte da valutare e stabilire. Quel che è certo, però, è che la scuola, nonostante sia stata accusata di negligenza, non vuole assumersi la responsabilità di quanto è successo, come già accennato in precedenza. L’istituto infatti ha dichiarato che i servizi sanitari era tutti completamente a norma di legge. Ma non solo. Ha anche sostenuto che i danni causati, che hanno portato all’incidente, sarebbero stati dovuti a degli atti di vandalismo commessi dagli studenti.