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Bambino scrive "zebra", ma la maestra lo corregge: "Zebbra si scrive con due B"

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In una scuola elementare di Vittuone, in provincia di Milano, il clamoroso errore. Il preside, però, difende la maestra: "Un incidente che può capitare.".

“Zebra con due b!” Un errore umano? Può capitare! È quello che sostiene il preside della scuola elementare Antonio Gramsci di Vittuone, in provincia di Milano, paese in cui si è consumato il caso del giorno, scoppiato però una settimana fa e portato alla ribalta del quotidiano locale Settegiorni in queste ultime ore.

A quanto divulgato da tutti i quotidiani della giornata odierna, infatti, una maestra avrebbe fatto una correzione ad un suo alunno, reo a suo dire, di aver scritto la parola zebra con una sola “b”, quindi sbagliando perchè per lei la parola è corretta se si raddoppia la penultima consonante.

E quindi, sempre secondo la maestra, la parola è esatta se si scrive con due “b”: non zebra, come scritto dallo scolaro, ma zebbra. Il caso è scoppiato perché in prima battuta la notizia è stata divulgata all’interno dello stesso istituto scolastico, a discapito della maestra, un’insegnante di sostegno, arrivata alla Antonio Gramsci solo quest’anno.

La maestra, però non si è affatto tirata indietro rispetto all’errore commesso, ma ha ammesso di aver sbagliato. Dello stesso avviso, come da lui stesso dichiarato, anche il preside della scuola, il professor Aprea, che ha difeso la docente: “Sì, è vero, l’insegnante ha sbagliato, ma quanto rumore per una sciocchezza, un incidente che può capitare. L’estate scorsa, in occasione della Maturità, sul sito del Miur scrissero tracce con la I ma non vi fu tutto questo rumore.”.

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Zebra o zebbra

Non si è davvero parlato d’altro per tutto il giorno, poiché il caso una volta venuto a conoscenza di molti, è diventato un vero e proprio tormentone e ognuno ci ha tenuto a dire la sua. La maestra, come era prevedibile che accadesse, è stata oggetto di ilarità collettiva e in molti, soprattutto sui social network, hanno continuato ad interrogarsi sulla dicitura esatta della parola incriminata: si dice zebra o zebbra?

In molti, moltissimi, persino in una trasmissione radiofonica, hanno scherzato sulla faccenda dicendo che la zebbra, con due “b”, è un tipico animale romano, visto che nella Capitale molto spesso si tende a raddoppiare o a cambiare del tutto alcune consonanti: “Robberto”, “robba”, “ebbasta”, “borza”, “garagge”, et similia.

Ovviamente il caso, dopo un po’, è stato montato ad arte, forse esagerato in quanto a gravità, soprattutto se si pensa che non è stata sollevata nemmeno una lamentela dai genitori dell’alunno diversamente abile, anzi il preside della scuola elementare Antonio Gramsci ci ha tenuto a spiegare e a ribadire che i familiari del bambino sono soddisfatti del rapporto che l’insegnante ha costruito con il loro figlio:

“Io avevo già parlato con la docente e verificato che si fosse trattato di un caso isolato, che non avesse commesso altri errori analoghi, ma ormai si era sparsa la voce tutto il paese”, queste le parole del preside al quale è evidente che la situazione è sfuggita di mano.

Ma come è stato possibile? A quanto appreso, un papà della classe ha infatti chiamato la redazione di un giornale locale per denunciare l’accaduto, la notizia è poi finita online ed è diventata subito virale. Sui social sono subito partiti gli sfottò.