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Il mistero delle antiche bambole egiziane voodoo

bambola voodoo

Rituali magici legati alle bambole sono molto antichi, ancora prima della religione Voodoo.

Le bambole voodoo sono solo una piccola parte di quella che è la religione Voodoo. Ebbene sì, il Voodoo è una vera e propria religione che spesso siamo abituati ad associare soltanto alla magia nera ma che in realtà possiede molto di più. Quelle che noi chiamiamo convenzionalmente bambole voodoo esistono da tempi piuttosto antichi, precedenti alla religione Voodoo stessa. Quello di cui stiamo per parlare viene chiamato in modo convenzionale, per facilitarne la comprensione ma la vera origine è un’altra.

Bambole voodoo antiche

Quelle che in questo caso vengono chiamate impropriamente “bambole voodoo” in realtà venivano utilizzate migliaia di anni fa sia dagli egizi che dagli antichi greci. La funzione principare della bambola voodoo è quella di rappresentare una persona specifica o una divinità su cui si concentra il rituale. A quel punto non resta che trasmutare la simbologia in un oggetto materiale che viene utilizzato come tramite per il rituale, tra chi conduce il rituale e il destinatario. La funzione è proprio quella di catalizzatore per le preghiere o, in altri casi, le maledizioni.
I greci, per esempio, chiamavano queste bambole rituali “kolossoi” e ai tempi il loro utilizzo era molto diffuso. La stessa cosa veniva svolta anche nell’Impero Romano e nell’antico Egitto.

Le caratteristiche

Le bambole di cui stiamo parlando quindi non D hanno niente a che fare con il voodoo. Ma ora entriamo più nello specifico. Secondo quanto emerso da alcuni ritrovamenti durante gli scavi nell’alto Egitto è emerso un dato piuttosto interessante. A quanto pare i faraoni avevano stilato una lista precisa che imponeva alcuni dettagli specifici che una bambola doveva possedere. Questi servivano per rendere la bambola stessa carica di energia e quindi farla diventare un vero e proprio catalizzatore. Secondo la lista sopracitata la bambola in questione doveva possedere minimo due di queste caratteristiche. Le braccia, o le gambe, dovevano essere necessariamente intrecciate dietro alla schiena. Doveva essere trafitta con chiodi o simili; tutta la parte superiore, dalla vita alla testa, doveva essere ritorta in avanti. Doveva essere sigillata all’interno di un contenitore; doveva essere incisa con il nome della vittima o della divinità in questione. Infine la bambola doveva essere sepolta.

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Utilizzo degli egizi

Gli antichi egizi e i faraoni utilizzavano questi fantocci come catalizzatori di maledizioni o incantesimi. Solitamente venivano realizzate con il piombo, il bronzo o l’argilla, ma talvolta veniva anche costruite di cera. Spesso le bambole venivano accompagnate da una tavoletta incisa con la preghiera o la maledizione. Entrambi gli oggetti venivano poi seppelliti insieme in luoghi che, simbolicamente, avevano a che fare con la morte, per esempio le tombe. Questo perchè la credenza si basava sul fatto che affinchè il rituale andasse a buon fine doveva esserci un materiale catalizzatore (in questo caso il piombo) e un luogo di intercomunicazione tra il mondo dell’aldità e quello terreno.

Esiste un esempio tangibile di quello che erano le antiche bambole voodoo. Una di queste è custodita al Museo del Louvre di Parigi ed è osservabile da una teca dedicata proprio all’antico Egitto.
Dopo alcuni studi più specifici sembra però che la bambola abbia origini differenti. E’ stata rinvenuta a Tebe e pare essere di origine greca. O almeno così si evince dalla tavoletta ritrovatale accanto. È stata ritrovata in un vaso di terracotta con a fianco una tavoletta di piombo sulla quale era appunto inciso l’incantesimo. Si pensa che risalga al III o IV a.C.

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La bambola

La bambola in questione è in una posizione particolare. Si trova in ginocchio con i piedi legati e le braccia anch’esse legate dietro alla schiena. Questa è stata poi trafitta con ben 13 chiodi sparsi un po’ su tutto il corpo. Non ci sono apparenti dubbi che sia stata utilizzata come mezzo per una maledizione, data soprattutto la posizione dei chiodi (vagina, ano, orecchio, bocca, petto, ecc.). A confermare la tesi vi è anche la tavoletta di piombo che l’accompagnava. Su questa vi è scritto un incantesimo d’amore, probabilmente fatto da un uomo verso una donna che lo aveva rifiutato.
L’iscrizione infatti riporta un incantesimo piuttosto crudele anche se dettato dall’amore cieco. L’uomo chiedeva che la donna in questione non mangiasse, non avesse esperienze con altri uomini finchè non si fosse presentata a lui. Inoltre chiedeva di scuotere le sue viscere fino al punto che si fosse concessa a lui. Conclude poi che fino a quando avrà vita dovrà obbedirgli, amarlo, desiderarlo e dirgli cosa sta pensando. E’ decisamente inquietante se ci si pensa su.

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Il contro-incantesimo

I rituali e gli incandesimi, sia positivi che negativi, potevano essere annullati. Grazie ad un testo greco si può venire a conoscenza di un caso in cui l’incantesimo venne spezzato. Viene spiegato all’interno di una storia piuttosto triste. E’ la storia di Teofilo di Alessandria che dai suoi stessi amici, invidiosi, fu reso tetraplegico da in incantesimo. Teofilo, però, ebbe un sogno molto particolare che gli avelò il modo di come estinguere questo terribile incantesimo. Assunse un pescatore affinchè gettasse le sue reti vicino alle coste di Corone. A quel punto il pescatore riuscì a catturare una piccola scatola sigillata con il piombo, all’interno della quale c’era proprio la bambola. Questa era trafitta con un chiodo su ogni arto. L’effige venne dunque liberata dai chiodi e posta in un luogo sacro. Teofilo da quel momento tornò ad essere normale e si liberò finalmente dal dolore.