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Ban Ki Moon, Italia fondamentale nei negoziati di pace in Libia

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È stata pubblicata ieri sul Corriere della Sera un’intervista al Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon, nella quale il diplomatico ha speso parole di elogio per il ruolo avuto dall’Italia nell’ambito dei negoziati condotti sin qui dall’ONU in Libia e altrove. “L’Italiaâ...

È stata pubblicata ieri sul Corriere della Sera un’intervista al Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon, nella quale il diplomatico ha speso parole di elogio per il ruolo avuto dall’Italia nell’ambito dei negoziati condotti sin qui dall’ONU in Libia e altrove.

“L’Italia” ha dichiarato Ben Ki Moon “è stata fin qui la pietra angolare dei processi di pace delle Nazioni Unite e dell’impegno per i diritti umani”, sottolineando le aspettative nei confronti del nostro paese “ora che c’è da concretizzare l’Agenda 2030 con gli obiettivi di sviluppo sostenibile: un pianeta accogliente, con al centro il futuro degli esseri umani”.

“Se sarà varata una missione di pace dell’Onu in Libia” ha poi aggiunto il Segretario,“la decisione su chi la guiderà dovrà prenderla il Consiglio di sicurezza. Io posso solo dire che l’Italia ha svolto un ruolo molto positivo, centrale anche nel favorire l’accordo per un governo di unità nazionale: un’intesa negoziata tra mille difficoltà dal mediatore delle Nazioni Unite, Bernardino Leon”.

Ban Ki Moon ha poi avuto modo di parlare di migranti, ammettendo che, per l’Italia, affrontare l’emergenza in quasi totale solitudine “non è stato facile”, ma che “la generosità e la compassione” mostrati sono stati molto apprezzati, nonché “verificati di prima persona, andando nel mar Mediterraneo con il premier Renzi (aprile scorso, ndr)”.

È stata poi la volta della Siria, la cui situazione è stata definita “difficile”, con i suoi “quattro anni e mezzo di guerre, distruzioni immani”, “200 mila morti, 4 milioni di persone che si sono rifugiate all’estero e altre 8 milioni in fuga all’interno del Paese per sottrarsi alle violenze”. Ban Ki Moon ha però detto di avere fiducia in una soluzione politica, che non comporti l’uso di armi, ma si basi sull’azione diplomatica “del mediatore dell’Onu, Staffan de Mistura, impegnato in questi giorni in una spola diplomatica Mosca-Washington”, dopo avere “convinto molti dei gruppi in lotta in Siria a partecipare a quattro gruppi di lavoro per cercare una soluzione della crisi”.

Poche, ma affilate, le parole spese per commentare la situazione in Israele, dove “israeliani e palestinesi devono tornare a discutere senza ulteriori ritardi”, perché “non ci sono alternative”.