> > Banca Etruria, tutti assolti i 14 imputati (anche il padre di Maria Elena Bos...

Banca Etruria, tutti assolti i 14 imputati (anche il padre di Maria Elena Boschi)

Pier Luigi Boschi

L'affidamento di oltre 4 milioni di consulenze non fu atto illegale: per Banca Etruria tutti assolti gli imputati incluso il padre di Maria Elena Boschi

Banca Etruria, tutti assolti i 14 imputati, fra cui anche il padre dell’ex ministra del governo Renzi Maria Elena Boschi. Con la più ampia delle formule di non colpevolezza si chiude il delicato processo per il crac del 2015 e per le presunte consulenze d’oro. La formula è stata quella “perché il fatto non sussiste” e significa che le azioni degli ex imputato non violarono alcuna legge. Pier Luigi Boschi all’epoca era vicepresidente di Banca Etruria e proprio per lui il Pm Angela Masiello aveva chiesto la condanna a 12 mesi.

Processo Banca Etruria, tutti assolti

Gildo Ursini, avvocato difensore di Boschi, ha così commentato l’assoluzione: “Il mio assistito ha sempre creduto nella giustizia nella convinzione di non aver fatto mai nulla di male ed ha dovuto subire comunque questa prova. Con questa assoluzione l’ex vicepresidente ha chiuso tutte le pendenze legate alle vicende di Banca Etruria”. Le consulenze finite in atti penali dovevano valutare e dare disco verde al processo di fusione di Etruria con un altro istituto di credito di ratin alto, come richiesto dalle autorità bancarie. L’interlocutore era la Banca Popolare di Vicenza ma la cosa non andò in porto. Il giudice Ada Grignani ha emesso sentenza dopo neanche un’ora di Camera di Consiglio.

La Procura farà appello contro la sentenza

Dal canto suo il procuratore capo Roberto Rossi ha annunciato l’intenzione presentare istanza di appello. L’avvocato Lorenza Calvanese, legale di una delle parti civili, ha detto: “Non c’era solo un problema di solvibilità dell’istituto di credito, ma anche un aspetto politico sottolineato dal presidente della Consob Giuseppe Vegas di fronte alla commissione parlamentare su Banca Etruria, quando ha raccontato che Maria Elena Boschi volò da lui per un colloquio”. La Procura contestava incarichi per circa quattro milioni e mezzo di euro che riguardarono grandi società e noti studi legali di Roma, Milano e Torino.