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Banche italiane, Moody's: nel mirino 12 istituti di credito

Banche Italiane sotto indagine

Le agenzie di rating fanno tremare l'economia italiana: i revisori mettono sotto inchiesta alcuni istituti finanziari italiani.

Moody’s mette in osservazione alcuni istituti bancari italiani, analizzate Intesa San Paolo, Unicredit, Banca Imi, Cdp, Mediobanca, Bnl, Fca Bank, Credito Emiliano, Cariparma, Cassa Centrale Raiffeisen, Invitalia e Banca del Mezzogiorno. Le conseguenze? Una possibile revisione dei conti italiani con il conseguente e ulteriore declassamento dell’indice di stabilità finanziario, che provocherebbe maggiore sfiducia per gli investitori internazionali. L’agenzia statunitense, dopo gli avvertimenti al bel paese, ha puntato il dito verso il tricolore: pronta un’indagine di mercato. In una situazione di grossa instabilità politica l’Italia potrebbe rischiare di entrare in una situazione deficitaria difficilmente risolvibile. Oltre ai grossi istituti bancari, si ipotizza un’analisi ulteriore alle grosse corporation quali Eni, Rai e Poste italiane.

Il downgrade per le banche italiane

Un’agenzia di rating, o agenzia di valutazione finanziaria è un’ente che assegna un giudizio a proposito della solidità e la solvibilità di una società che possiede titoli sul mercato finanziario. Queste società non si limitano a elaborare giudizi sulle imprese private ma analizzano anche i titoli dello stato. La sentenza degli istituti sulla situazione finanziaria dei paesi, si manifesta con un voto in cui il punteggio massimo è stabilito dal grado di tripla A ( Germania, Stati Uniti e Cina vengono classificati come AAA). L’Italia sin dal 1990 ha subito un susseguirsi di downgrade (declassamento) riguardi il valore dei titoli pubblici, passati dalla AAA (nel 1992) fino alla tripla B (nel 2018). La causa? L’aumento sempre più consistente del debito pubblico.

Allarme per il paese?

I dati di Moody’s risuonano come un ultimatum per l’economia e la stabilità italiana poichè giungono in un momento di criticità politica e istituzionale per il paese. Dopo il no alla nomina di Paolo Savona, lo spread ha superato i 300 punti (differenziale btp-bund tedeschi). La fiducia degli investitori si è ridotta drasticamente. Occorre considerare che l’excursus della crisi politica in Italia si è manifestato parallelamente alla crescita economica del paese.

Non è da escludere che i risultati pubblicati dalle agenzie di rating potrebbero, a dispetto degli allarmismi e della psicosi, fornire dati che l’Italia necessita enormemente. Nella situazione in cui versa il bilancio statale, non è auspicabile esprimere un giudizio in base alle analisi delle agenzie: con l’economia italiana nell’occhio del ciclone risulta approssimativo qualunque disegno di sviluppo.

La tendenza degli analisti

Politologi internazionali hanno paragonato la situazione politica italiana a quelle tipiche del Sudamerica. La differenza è che il nostro paese rappresenta la terza potenza economica dell’Unione Europea. Ricoprire questa posizione nell’UE implica maggiori influenze e responsabilità sul piano internazionale. Previsti quindi provvedimenti esterofili al fine di evitare un effetto a catena: si attendo i risultati definitivi delle agenzie di rating per avere un’analisi più chiara della condizione generale dell’economia italiana.