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Banche, Market Watch Npl di Banca Ifis: "Npe ratio 2021 poco sotto 5%, al 5,9% nel 2023"

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Cernobbio (Como) (Adnkronos) - Le misure anticrisi hanno contenuto l’impatto dei crediti deteriorati sui bilanci bancari italiani: un impatto che sarà gestibile grazie alla maggiore efficienza del sistema bancario italiano e allo sviluppo del mercato Npl e dell’industria del servi...

Cernobbio (Como) (Adnkronos) – Le misure anticrisi hanno contenuto l’impatto dei crediti deteriorati sui bilanci bancari italiani: un impatto che sarà gestibile grazie alla maggiore efficienza del sistema bancario italiano e allo sviluppo del mercato Npl e dell’industria del servicing. È quanto emerge dal Market Watch Npl di Banca Ifis diffuso stamani nel corso di «Recovery Builders», la decima edizione dell’Npl Meeting tenutasi a Villa Erba, Cernobbio.

Stando alle stime del report, l’Italia raggiungerà nel 2021 un Npe ratio (rapporto tra crediti deteriorati e totale crediti) di poco inferiore al 5% e si svilupperà in leggera salita al 5,9% nel 2023. Numeri che dimostrano la resilienza del settore finanziario italiano: secondo il Market Watch Npl i nuovi flussi di deteriorato – 41 miliardi di euro nel 2022 e 32 miliardi di euro nel 2023 – saranno molto inferiori ai 71 miliardi di euro registrati nel solo 2013, sia in valore assoluto sia in termini percentuali. La principale differenza, rispetto alle precedenti crisi, sono le politiche monetarie espansive delle banche centrali e gli interventi congiunti dei governi.

In Italia le moratorie sui crediti in essere, il blocco dei licenziamenti e i crediti garantiti hanno evitato un possibile credit crunch (dai primi mesi del 2020 sono in ripresa i prestiti, soprattutto alle imprese) e hanno ritardato l’emersione dei Npl che dovrebbero crescere con il venir meno degli incentivi. Nel 2022, con la fine delle moratorie, il tasso di default, ovvero il rapporto tra le nuove sofferenze e lo stock di finanziamenti concessi, dovrebbe attestarsi al 3% in crescita rispetto all’1,4% del 2021 ma comunque lontano dal 4,5% del 2013.

Nel 2022 è previsto che lo stock di UtP superi quello dei Npl. Inoltre, secondo le previsioni del Market Watch Npl, nel 2023 il 75% dello stock di Npe italiani, pari a 317 miliardi di euro su 430 miliardi di euro complessivi, sarà uscito dai bilanci bancari verso quelli degli investitori. ''Quello che diffondiamo oggi è il 14esimo Market Watch Npl, un documento chiave per comprendere come, in questo settore, negli ultimi dieci anni siano profondamente cambiati volumi, dinamiche e protagonisti – ha detto il vice presidente di Banca Ifis Ernesto Fürstenberg Fassio in apertura -. Etica, sostenibilità e trasparenza sono alla base del nostro lavoro ed è importante continuare a sviluppare questa attività che genera economia e nuova occupazione nel Paese e può contribuire alla ripresa''.

''Il governo e le istituzioni hanno adottato misure straordinariamente efficaci nel traghettare il Paese fuori dalla crisi economica. I dati del Market Watch NPL lo confermano, evidenziando un flusso di crediti deteriorati non solo inferiore ai volumi delle precedenti crisi ma anche minore rispetto alle previsioni del 2020 – ha precisato Frederik Geertman, Amministratore Delegato di Banca Ifis -. L’impatto sui bilanci bancari sarà gestibile grazie al derisking operato dagli istituti e alla presenza dell’industria di investimento e servicing degli NPL che si è specializzata investendo in competenze e tecnologie. Oggi questi attori sono in grado di assorbire i crediti deteriorati con efficacia ed efficienza e si rendono protagonisti della ripresa. Ci sono, inoltre, poche industrie che possono vantare una crescita di reddittività e occupazione come l’Npl Industry. La sfida è dotarsi di sempre più efficaci strumenti finalizzati a una gestione attiva, sostenibile e professionale dei crediti deteriorati''. Alla decima edizione dell’Npl Meeting di Banca Ifis hanno partecipato circa 300 ospiti in presenza e mille in collegamento streaming. Dal 2012 a oggi, l’Npl Meeting è costantemente cresciuto: nei dieci anni, dalla prima edizione a Villa Fürstenberg a Mestre, si contano oltre 6.000 partecipanti in presenza e streaming, più di 150 speaker italiani e internazionali con un indice di soddisfazione molto elevato.

Nel corso della mattinata, dopo il saluto del Vicepresidente di Banca Ifis Ernesto Fürstenberg Fassio e l’intervento dell’Amministratore Delegato della Banca Frederik Geertman, l’economista e professore emerito dell’Institut d’Etudes Politiques de Paris Jean Paul Fitoussi ha tratteggiato le linee del percorso di ripresa internazionale, soffermandosi sull’efficacia dei piani di rilancio e degli investimenti su imprese e famiglie. A seguire, gli interventi del Presidente della Commissione Finanze alla Camera Luigi Marattin sul Pnrr italiano tra reazioni, criticità e azioni decisive per la competitività del Paese, di Ida Mercanti, Capo del servizio supervisione bancaria 1 di Banca d’Italia con una view di sistema sull’aumento del rischio del credito, la sua misurazione e valutazione in coordinamento con Bce per l’attività di vigilanza e di Massimo Fabiani, Professore Ordinario Università del Molise con un focus sul tema dei tempi della Giustizia e l’incidenza sul recupero dei crediti deteriorati.

Due le tavole rotonde a programma. La prima, dal titolo I crediti e le garanzie statali: le banche alla prova del postCovid ha visto sul palco Bernardo Mattarella AD di Mediocredito Centrale e due esponenti delle maggiori Banche Italiane: Raffaello Ruggieri Clo di Intesa Sanpaolo e Aurelio Maccario Head of Group Credit Risk di Unicredit. Marina Natale Ceo Amco, Anders Engdahl, Ceo Intrum Group e Francesco Buffi Director CarVal hanno partecipato alla discussione Investire in Non Performing Loans in Italia, cosa attendersi nel nuovo scenario.